Che cosa c'è di strano nel mettere Netanyahu sullo stesso piano di Sinwar? Nulla. È antisemitismo, stupido. Va di moda. Vi ricordate? Il sette di ottobre migliaia di unni si sono rovesciati sulla popolazione innocente, ignara, inconsapevole, e hanno maciullato con sistemi inimmaginabili i civili di un Paese che non aveva nessuna intenzione di fare guerra. Le donne, i vecchi, i bambini, sono stati violentati, uccisi, fatti a pezzi, le madri uccise di fronte ai figli e i bambini davanti ai genitori, insieme a vecchi, bambini, ragazzi, e ad oggi i poverini sono ancora prigionieri degli stessi mostri. Ma, miracolo, subito dopo questo episodio, gli stessi che lo avevano preparato e realizzato nei minimi particolari urlando Yehud Yehud, sono diventati le vittime degli ebrei, e gli ebrei sono stati nazificati.
Netanyahu è Sinwar, Israele è nazista, colonialista, imperialista, affama i palestinesi, ha un progetto genocida. Niente fu mai più idiota e disgustoso. Gli aggrediti, Israele, in realtà hanno dovuto affrontare una guerra di difesa che ponesse fine al progetto di sterminio, al pericolo continuo, allo sradicamento dei civili da case, lavoro e scuole. Una guerra non è una passeggiata, ma il minotauro si è affacciato dal labirinto della storia a dare il suo contributo agli assassini. Si chiama antisemitismo, il suo fascino muove istituzioni grandi e potenti come l'Onu e l'Unione Europea, cambia il discorso pubblico, ipnotizza le università, lo sport, l'arte, la giustizia, una quantità di persone che sembravano altre, diverse, cui ci eravamo perché immaginavamo che condividessero i nostri ideali sui diritti umani. Non era così. Non è così per Karim Khan, che accusa Netanyahu di qualcosa di molto più grave dei crimini di guerra, cioè di essere uguale a Yahia Sinwar, lo mette alla stregua di un terrorista islamico per cui l'Occidente è un nemico da distruggere, le donne sono creature inferiori da dominare, gli omosessuali vanno messi a morte, la democrazia una parolaccia. Per favore, non si dica che la decisione dell'Icc riguarda la guerra a Gaza: non è vero. È una decisione politica che implica soltanto Netanyahu e Gallant, e non Benny Gantz o Eisenkot, che arriva nel momento saliente della guerra, quando la battaglia di Rafah mette a rischio la sopravvivenza di Hamas e anche quella di Israele.
Israele si è comportata come non avrebbe fatto nessun altro Paese a rischio di vita così evidente (qualcuno si ricorda che si combatte contemporaneamente anche a nord con gli Hezbollah e che tre settimane fa centinaia di missili del migliore amico di Hamas, l'Iran, sono caduti su Gerusalemme e Tel Aviv?), è l'unico Paese del mondo che ha fornito acqua, cibo, medicine, aiuti umanitari in quantità gigantesca, benzina, non croste di pane ma diete misurate sulle necessità degli assistiti, che ha sempre avvertito prima delle operazioni di guerra e infatti ha spostato centinaia di migliaia di persone, e seguita a farlo. Ma Hamas sequestra i camion di cibo, è noto. E Hamas seguita a bombardare la popolazione israeliana così che è impossibile cessare dai combattimenti. Hamas nega uno scambio che consenta ai rapiti di tornare a casa e li seguita a torturare. Hamas ha un unico ideale: uccidere, distruggere Israele stabilire lo Stato Islamico.
È un nemico cinico e deciso a tutto: qualcuno ignora che negli ospedali, nelle scuole, negli appartamenti, nell'incredibile meandro di gallerie sotterranee c'erano degli uomini per i quali la morte è preferibile alla vita, che hanno messo in prima linea la loro gente, e la loro gente, per altro, ipnotizzata da un'educazione assassina, li segue in massa come fecero i tedeschi col nazismo? Ma questo non lo sa il signor Khan? Perché vuole insegnare al mondo il suo disprezzo per la democrazia e i diritti umani paragonando Netanyahu a Sinwar?
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