Quanto è dura la democrazia. Che stress votare e attendere l'esito delle elezioni. Ce n'è abbastanza per uscire di testa. Soprattutto se si prende una sonora legnata. Perché si sa, la democrazia è bella, bellissima, ma solo finché si vince. Altrimenti sono guai. Anche psicologici. E così le università americane corrono ai ripari: dopo il pesantissimo election day, ecco spuntare iniziative in quasi tutti gli atenei per supportare gli evidentemente turbati studenti dopo il voto. Da Ucla a Georgetown, dalla Northwestern a Princeton, fino alla Michigan e alla Columbia, è scattata la psicosi del dopo elezioni. Ma tra iniziative per distrarsi e supporti medici, spunta anche panico e la rabbia per la vittoria di Trump.
Secondo un rapporto dell'American Psychological Association, le elezioni presidenziali sono state una fonte significativa di stress per oltre il 70% degli adulti americani. Secondo gli psicologi infatti, quando si è chiamati alle urne, soprattutto se si vota per la prima volta, può scattare il meccanismo per cui tutti vogliono fare la loro parte votando ma con la consapevolezza che questo potrebbe non bastare, generando quindi stress, rabbia e frustrazione. Quello che nei peggiori bar di New Orleans viene chiamato confidenzialmente «profondo senso di bruciore in zone del corpo dove il sole non è solito donare i propri raggi». Fatto sta che i pargoletti delle università a Stelle e Strisce sono fragili e quindi ecco l'aiuto. Alla Georgetown per esempio, è stata allestita una stanza dove gli stressatissimi ragazzi hanno potuto giocare con i Lego, colorare con i pastelli e mangiare latte e biscotti. La Northwestern University ha offerto agli studenti uno «spazio benessere post-elettorale» con puzzle, lavoretti, giochi e spuntini. A Princeton è stato creato dagli studenti stessi uno spazio combinato di creazione artistica ed elaborazione. La prestigiosa università della California ha ribadito la possibilità di usufruire del supporto psicologico offerto dall'apposito dipartimento con una mail inviata agli studenti. A Gonzaga invece, si invitano gli studenti a disconnettersi dopo l'enorme mole di informazioni date da tv e social media.
Seppur bizzarre, o al limite del ridicolo, queste iniziative sembrano bipartisan ma c'è chi ovviamente è andato oltre. Una docente della Michigan University ha scritto ai suoi studenti dicendo che avrebbe annullato la lezione per «piangere i risultati delle elezioni presidenziali». Alla Columbia almeno sei professori hanno annullato le lezioni perché devastati dall'esito del voto.
Alla Penn, un professore ha fatto sapere di aver ricevuto diverse mail dai ragazzi che lamentavano un possibile impatto sulla loro preparazione dopo i risultati delle elezioni. Ansia e stress sono cose serie. E ogni iniziativa per contrastarli è lodevole e potenzialmente utile. Ma «Prof non ho studiato perché ha vinto Trump», non regge. Era meglio il caro vecchio cane che mangiava i compiti.
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