Il filo del rischio è stato intercettato: corre su internet, sfiora l'Italia più volte, nei messaggi, nelle conversazioni. È il gomitolo delle comunicazioni e degli spostamenti dei fondamentalisti che dopo gli attentati di Parigi sembrano in fermento particolare. È delle ultime ore la notizia che cinque combattenti, foreign fighters che hanno lasciato l'Italia per la Siria, sono rientrati nel nostro Paese. Sono strettamente monitorati dall'intelligence, come altissima è la sorveglianza dei «post» sui siti d'area. Al vaglio dei servizi e dell'antiterrorismo ci sono una serie di testi on line molto recenti che indicano segnali di ostilità nei confronti dell'Italia, anche se generici. Dopo San Pietro, una minaccia viene ora portata al Colosseo. È sempre Roma la città considerata simbolo di un eventuale attacco all'Italia. Proprio per il suo alto valore nell'immaginario religioso mondiale, non è semplice attribuire ai messaggi «romani» il giusto peso. In un post viene raffigurato un uomo incappucciato che sovrasta il Colosseo con la scritta: «Domani il Corano a Roma come a Parigi». Secondo il sito Wikilao che ha diffuso la notizia, le prime indagini hanno stabilito che il messaggio è stato postato su un social network islamista da un supporter dell'Isis «senza effettive e immediate capacità operative. Ciò non toglie - si legge nel sito - che la cosa abbia messo in apprensione le autorità».
A Roma il prefetto, Giuseppe Pecoraro, ha chiesto al governo «cinquecento uomini in più», non per allarme ma per prevenzione: «È stata fatta un'attività preventiva di vigilanza e siamo fiduciosi perché non ci sono segnali specifici». Per ora sarebbe accertato - e non è motivo comunque di sollievo - il ruolo di hub, di centro di smistamento, dell'Italia per i foreign fighters europei provenienti dagli aeroporti dei Paesi di residenza. Una delle regioni sotto maggiore osservazione è il Veneto, dove sarebbero una trentina i fondamentalisti tenuti sotto controllo, molti dei quali di etnia bosniaca, figli di ex rifugiati islamici. Per ora sembra continuare ad essere la Francia il terreno privilegiato del terrore fondamentalista. Tre combattenti francesi, a volto scoperto e armati di Kalashnikov, in un nuovo video dell'Isis promettono altri attacchi «contro l'Europa e la Francia» secondo quanto riferisce il Site. Nel video, che arriva da Raqqa, capitale dello Stato islamico in Siria, e diffuso anche via twitter, uno dei tre afferma che l'Isis «arriverà in tutta Europa, in Belgio, Francia, Germania, Svizzera e in America»: «Sgozzateli, attaccateli, fate tutto quello che potete contro di loro».
Oltre a fondamentalisti europei già noti alle forze dell'ordine, avrebbero raggiunto la Siria molti giovanissimi, spesso immigrati di seconda generazione, ribattezzati dall'intelligence i jihadisti della «Inspire
generation», slegati dal circuito delle moschee, indottrinati su internet partendo dalla lettura della rivista web Inspire, fondata da Anwar al Awlaqi, ideologo americano di origine yemenita ucciso da un drone nel settembre 2012.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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