Prima intesa sull'eliminazione del tetto Isee al Superbonus 110%, rinvio delle cartelle e ricerca di nuovi fondi per combattere il caro-energia. Queste le novità di ieri dal fronte della legge di Bilancio. Il premier Mario Draghi ha rassicurato su nuovi stanziamenti per calmierare le maxi-bollette ma ha rimarcato che «non possono andare avanti all'infinito» sottolineando che è «difficile non chiamare alla compartecipazione dei costi chi ha maturato questi profitti».
La riunione sulla manovra tra il ministro dell'Economia, Daniele Franco, il viceministro Laura Castelli e i relatori Pesco, Rivolta ed Errani è stata caratterizzata da una serie di tensioni dalle quali è poi derivato un compromesso. Per le cartelle notificate nei primi tre mesi del 2022 sarebbe previsto un allungamento dei tempi fino a 180 giorni per il pagamento senza interessi, estendendo di tre mesi le agevolazioni previste dal dl fiscale per gli atti emessi nel periodo settembre-dicembre 2021. «È un primo segnale», ha commentato Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia. Lega e M5s sperano, però, che si possa ancora parlare di rottamazione-quater. Per quanto riguarda il Superbonus, si dovrebbe abolire del tetto Isee di 25mila euro per le abitazioni unifamiliari con un vincolo del 30% di lavori completati entro il 30 giugno 2022. L'intesa dovrebbe essere recepita da un emendamento dei relatori. L'accordo non è ancora chiuso, però, perché resta il nodo del costo totale delle modifiche. Oggi ci sarà una nuova riunione di maggioranza che avrà come oggetto i costi dell'estensione delle agevolazioni per il fotovoltaico al 2024.
Vista la stasi sul fronte parlamentare, la giornata economica è stata polarizzata dalle comunicazioni del presidente del Consiglio, Mario Draghi, sul fronte energia. Nelle comunicazioni alla Camera in vista del Consiglio Ue il premier ha ricordato che «per l'anno prossimo, abbiamo previsto di spendere altri 3,8 miliardi e siamo pronti a aggiungere altre risorse se l'andamento dei prezzi non dovesse stabilizzarsi». In pratica, ha aperto alla possibilità di nuovo deficit se i prezzi non dovessero diminuire. I 3,8 miliardi stanziati per il primo trimestre 2022, ha precisato Draghi, saranno concentrati sull'annullamento degli oneri di sistema per le utenze elettriche domestiche e delle microimprese (1,8 miliardi), sulla riduzione al 5% dell'aliquota Iva per il gas (1,1 miliardi), mentre 900 milioni andranno ai «cittadini più poveri». Per le imprese, infine, sarà possibile rateizzare le bollette. In commissione Bilancio alla Camera è stato approvato un emendamento M5s al dl Pnrr per prorogare la fine del regime di maggior tutela di un anno al 31 dicembre 2023.
Resta il problema di come reperire le risorse: un nuovo extradeficit nuocerebbe all'immagine europea dell'Italia, ma Draghi ha fatto balenare la possibilità di tassare «l'energia prodotta dalle rinnovabili che ha un prezzo quasi nullo e però viene pagata da noi al prezzo del gas». Nelle repliche al Senato il premier ha mirato «agli enormi profitti fatti da coloro che producono con l'idroelettrico e con le rinnovabili».
Oggi, infine, il governo dovrebbe presentare gli emendamenti alla manovra.
Le priorità sono: Irpef e taglio temporaneo del cuneo sotto i 35 mila euro, un fondo da 150 milioni per l'emergenza Covid e gli stanziamenti per i Comuni in dissesto. Sulla scuola sono stati trovati altri 30 milioni che portano il totale aggiunto a 200 milioni.
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