Il viaggio "sovietico" dello Zar ad Hanoi. Un centro nucleare e appoggio difensivo

Dopo la tappa a Pyongyang, una fermata a Ho Chi Min. Rinnovati i patti storici per allontanare l'influenza Usa

Il viaggio "sovietico" dello Zar ad Hanoi. Un centro nucleare e appoggio difensivo
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Il presidente russo, Vladimir Putin, si è fatto fotografare con il leader vietnamita To Lam sotto il busto bronzeo di Zio Ho, il fondatore della patria. Il picchetto militare d'onore in uniforme bianca, con stivaloni neri e passo dell'oca, ha reso omaggio al gradito ospite arrivato da Mosca. Il giorno prima concludeva la pomposa visita nella Corea del Nord con coreografia da tempi sovietici, che avrebbe fatto invidia a Breznev. Il viaggio di Putin in Estremo Oriente è la riedizione di patti e strategie dei tempi dell'Urss, quando imperversava la guerra fredda. In Vietnam c'era la sanguinosa guerra contro gli americani. I Viet Cong che si ispiravano a Ho Chi Min venivano armati e addestrati da Pechino e da Mosca. La Corea del Nord medieval-stalinista godeva di un patto d'acciaio con l'Urss, che in questi giorni il presidente russo ha ritirato fuori dalla naftalina firmando a Pyongyang una riedizione in trenta punti, che prevede pure l'intervento immediato in caso di attacco.

Il «Vietnam è uno degli alleati più affidabili» della Russia ha dichiarato ieri Putin. «È un piacere essere sul suolo ospitale della Repubblica Socialista del Vietnam. Uno dei nostri amici e partner affidabili di lunga data - ha aggiunto incontrando il primo ministro Pham Minh Chinh - Le relazioni russo-vietnamite di fiducia e comprensione reciproca hanno fatto molta strada e hanno resistito alle prove della guerra».

Il Cremlino fa la corte al Vietnam anche per la sua posizione filorussa sull'invasione dell'Ucraina. Molti dei massimi dirigenti comunisti vietnamiti hanno studiato nelle università sovietiche, compreso il segretario generale del partito, Nguyen Phu Trong, che ha calorosamente incontrato il presidente russo, ex ufficiale del Kgb. Non è un caso che gli Stati Uniti abbiano criticato il Vietnam per aver fornito a Putin una «piattaforma per promuovere la sua guerra di aggressione e consentirgli di normalizzare le sue atrocità». Nonostante l'idillio con il Cremlino, Hanoi lavora, allo stesso tempo, per migliorare le relazioni con l'Europa e gli Usa, che ha un interscambio commerciale ben superiore rispetto ai 3,6 miliardi di dollari con la Russia.

Putin ha voluto rivitalizzare «l'ulteriore approfondimento del partenariato strategico nel contesto del 30° anniversario dell'attuazione del Trattato russo-vietnamita» scrive la Tass. Fra i vari accordi c'è anche il programma per la realizzazione del Centro di scienza e tecnologia nucleare che verrà costruito con la partecipazione di Rosatom. La Russia è già la principale fornitrice bellica di Hanoi e gli accordi per la Difesa non sono stati resi pubblici. «Nel discutere la situazione nella regione dell'Asia-Pacifico non c'è posto per blocchi politico-militari chiusi» ha detto il leader vietnamita To Lam. Un modo orientale e comunista per dire che Hanoi sta dalla parte della nuova politica di penetrazione russa in Estremo Oriente in salsa sovietica.

Il patto firmato con il dittatore nord coreano, Kim Jong Un, è ancora più d'accaio e riflette il trattato del 1961 tra Pyongyang e l'Unione Sovietica, cestinato dalla nuova Russia dopo il crollo del muro di Berlino. Adesso si ritorna al passato.

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