Chiara Colosimo, presidente della commissione antimafia ed esponente di Fdi, non può commentare le indagini in corso. Ma può, rispetto al caso del dossieraggio, promettere una politica sempre più forte e in grado di contrastare chi vorrebbe indebolire il legislatore.
Il caso sollevato da Guido Crosetto sul presunto dossieraggio ai danni di politici e personaggi noti da parte di un membro dello Stato sta sollevando polemiche.
«Questa vicenda mi ha turbato profondamente. Non posso neanche minimamente immaginare che l'avversario diventi un nemico da abbattere con mezzi e comportamenti offensivi e lesivi delle persone e della nazione. Il dossieraggio è un'aberrazione che va combattuta con tutti gli strumenti giuridici a disposizione, e credo che su questo la risposta della Procura di Perugia sia stata e sarà veloce ed efficace».
L'opposizione sostiene che la commissione antimafia debba occuparsi di questo caso a partire da settembre.
«Quando sarà chiaro il quadro investigativo ed in accordo con il procuratore Cantone, la commissione metterà a disposizione tutti gli strumenti necessari per fare chiarezza su questa torbida vicenda».
Lei non può commentare indagini in corso ma magari può dirci come lo Stato dovrebbe difendersi qualora queste circostanze inchiestistiche dovessero rivelarsi fondate.
«La domanda contiene già la risposta, non posso e non voglio. Posso però aggiungere che lo Stato è forte quando è in grado di mettere in campo gli strumenti necessari per difendersi da eventuali storture, come ha dimostrato di saper fare in questo caso il procuratore nazionale Giovanni Melillo. Trasparenza e verità, poi, sono i due principi fondamentali che accompagnano il mio modo di vedere e interpretare la politica. Credo che si debba ripartire da qui».
Al netto di questo caso, si sente di postulare l'esistenza di ambienti che lavorano per mettere in discussione il primato della politica?
«Guardi, dove c'è il potere di solito ci sono grandi pressioni e interessi. Forse a qualcuno farebbe comodo una politica debole, ma noi stiamo dimostrando con i fatti che nessuno di noi mai e poi mai si piegherà a ricatti o compromessi».
Quali sono ad oggi le principali misure già messe in campo dalla commissione che presiede.
«La commissione da me presieduta porta avanti un lavoro costante, fatto principalmente di ascolto, indagine e ricerca su tutto quello che riguarda il fenomeno mafioso criminale. I nostri poteri sono volti a capire e conoscere meglio il nemico, in modo da raccogliere le informazioni necessarie per rafforzare l'efficacia delle leggi antimafia. Si può combattere un fenomeno solo se ne conosci davvero il suo modus operandi. Ricordo a me stessa che le misure di prevenzione e le meno note, misure di sorveglianza devono restare faro di ogni futura miglioria. A settembre entreremo nel vivo dell'attività attraverso dei maxi filoni d'inchiesta, intanto è già legge grazie ad un mio emendamento al decreto PA l'aumento a 5 anni del ristoro dei mancati guadagni in caso di denuncia di usura. Obiettivo antimafia dei fatti».
E in tutto ciò c'è il rapporto tra pezzi dello Stato e giornali. Eppure se Nordio pone il problema, le opposizioni insorgono quasi fosse un attacco alla democrazia stessa.
Su questa cosa voglio essere chiara: è assurdo apprendere di diverse inchieste giudiziarie in corso dalla lettura dei quotidiani.
Per le sole indagini relative all'antimafia conto solo in questo mese 3 volte in cui ho trovato ordinanze virgolettate sulla stampa o notizia di indagini in corso. È crudele nei confronti degli indagati, ed è offensivo nei confronti degli inquirenti. Inaccettabile. Evitare che questo corto circuito si ripeta, sarà la nostra prossima sfida».
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