L'onda di destra travolge l'Europa, ma non i Paesi del gruppo di Visegrad, dove i risultati appaiono meno netti e in parte in controtendenza rispetto al resto del continente. Un paradosso visto che proprio dalla regione dell'Europa centro-orientale erano arrivate le prime vittorie dei partiti conservatori in Europa. Particolarmente sorprendente il risultato in Polonia, dove il premier Donald Tusk guida il suo movimento Coalizione civica (che fa parte del Partito Popolare) al primo posto contro i rivali del Pis (Ecr). Sorpresa anche in Ungheria. A Budapest il partito di Viktor Orbán, Fidesz, ha perso, secondo i primi exit poll, la maggioranza assoluta e cala fino al 44%, in ribasso di nove punti rispetto al 2019. Qui l'exploit è di Petér Magyar, ex esponente del partito di Orbán: con il suo nuovo partito, Tisza (Rispetto e Libertà) ha conquistato il 32%. La distanza tra le due forze è ancora grande, ma Tisza, appena nata e già in grado di mobilitare grandi manifestazioni di piazza, appare in grado per la prima volta da anni, di rappresentare una reale opposizione al partito di governo Fidesz. Nel nuovo parlamento di Brixelles dovrebbe aderire al Partito Popolare Europeo, da cui invece era uscito il movimento di Orbán.
In Polonia, secondo gli exit poll diffusi dai media locali, l'alleanza Coalizione Civica (KO) del premier è in testa con il 38,2% dei voti, pari a 21 seggi, superando i conservatori euroscettici di Diritto e Giustizia (Pis), che si fermano al 33,9% dei voti con 19 seggi. Nelle ultime elezioni di ottobre le posizioni dei due partiti erano esattamente capovolte: il Pis era arrivato primo, ma non era riuscito a formare un'alleanza sufficientemente stabile per confermarsi al governo. In pochi mesi, secondo i primi dati, Tusk sarebbe passato dal 30,7% al 38,2%, mentre il Pis che aveva avuto in autunno il 35,4% sarebbe al 33,9% dei voti.
In Slovacchia invece il primo ministro Robert Fico, vittima a metà maggio di un attentato, non sembra essere riuscito a capitalizzare l'ondata di emozione popolare e arriva solo secondo battuto da Slovacchia Progressista. Secondo le prime previsioni, il partito d'opposizione liberale di sinistra, Slovacchia Progressista, appunto, potrà contare su quasi il 28% dei voti, il 3% circa in più rispetto al partito populista di sinistra Smer (Direzione) di Fico.
Al terzo posto si
trova il partito nazionalista di estrema destra Republika con il 12,5%. Da notare che in quest'ultimo movimento risulta tra gli eletti Milan Mazurek, condannato nel 2019 per dichiarazioni razziste contro la minoranza rom.
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