Volatilità e incertezza sono destinate a durare sui mercati finanziari e il rischio che si assista a un altro crollo dei listini è tutt'altro che alle spalle. Molto dipenderà dalle politiche fiscali dei singoli Stati, dalle decisioni delle banche centrali e dalle istituzioni internazionali, a iniziare da quelle europee, invitate anche da Mario Draghi, ex governatore della Bce, a una strategia di solidarietà comune a sostegno dell'economia. Non sarà facile, a giudizio di Vincent Chaigneau, a capo della ricerca di Generali Investments. Anche per questo per il piccolo investitore è fondamentale dotarsi di una bussola per orientarsi in attesa di lasciare il Covid 19 alle spalle.
«Questa crisi entrerà nei libri di storia. Nell'arco di un mese la capitalizzazione del mercato azionario globale si è ridotta di 24mila miliardi di dollari, un valore superiore al Pil annuale degli Stati Uniti», commenta Chaigneau secondo cui «guardando a uno scenario di possibile recessione globale, la domanda non è più se avverrà, ma quale sarà la sua durata». La cosiddetta shutdown economy è poi destinata a cambiare radicalmente interi settori economici. «Nel breve periodo l'impatto sarà evidente: settori che stanno già vedendo una crisi più marcata a seguito dell'emergenza sanitaria, come quelli legati ai consumi ciclici, al turismo e ai trasporti, faranno più fatica a ripartire», spiega l'esperto che aggiunge: «Nel lungo periodo, invece, gli investitori si porranno domande su di una possibile, parziale deglobalizzazione, ovvero una semplificazione delle catene di produzione globali».
La situazione è «senza precedenti» e anche «banche centrali e governi stanno rispondendo in maniera massiccia, confermando la gravità dello shock e la paura degli effetti a catena» sostiene Chaigneau. I tagli dei tassi e le politiche monetarie espansionistiche possono «funzionare come valvole di sicurezza, ma è fondamentale assicurare alle aziende l'accesso alla liquidità per assicurarne la stabilità finanziaria nel tempo». Essenziale poi - aggiunge - è che le misure destinate alla ripresa «siano prese a livello europeo, per aumentarne l'efficacia e ridurre i rischi per i paesi più deboli come l'Italia».
Chaigneau suggerisce al piccolo investitore di monitorare tre aspetti per definire l'assett allocation: l'evoluzione dello scenario epidemiologico, l'impatto economico e le risposte della politica fiscale. Compatibilmente al profilo di rischio del singolo, ci sono «opportunità nel settore delle obbligazioni societarie valutate investment grade (secondo le agenzie di rating, in grado di essere ripagate a scadenza agli investitori ndr) o sui bond governativi Usa che restano un investimento piuttosto solido».
«Raccomandiamo invece un ritorno cauto verso le azioni, al progressivo diradarsi dell'urgenza e con una crescente visibilità sul suo impatto economico», conclude Chaigneau che assicura: «Una volta finita l'emergenza sanitaria, lo stimolo senza precedenti che si è avviato potrà determinare una brusca ripresa dei mercati».
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