L'amministrazione Usa è sempre più sotto pressione da parte del Congresso e del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che oggi parla a deputati e senatori americani, affinché aiutino a mediare il trasferimento di armi più pesanti a Kiev. Intanto la Casa Bianca conferma che il presidente Joe Biden volerà nel Vecchio Continente la settimana prossima per partecipare ai vertici di Nato e Ue. Il segretario generale dell'Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg ha comunicato che il 24 marzo si terrà a Bruxelles un vertice straordinario per affrontare «l'invasione della Russia, il nostro forte sostegno all'Ucraina e l'ulteriore rafforzamento della deterrenza e della difesa della Nato. In questo momento critico, Nord America ed Europa devono continuare a stare insieme». Biden «riaffermerà il nostro impegno ferreo nei confronti degli alleati Nato», ha assicurato da parte sua la portavoce di Pennsylvania Avenue, Jen Psaki.
Al summit dell'Ue, i leader discuteranno degli sforzi dell'Occidente per imporre «costi economici alla Russia, fornire supporto umanitario alle persone colpite dalla violenza e affrontare altre sfide», ha poi precisato Psaki, sottolineando che l'obiettivo del Comandante in Capo «è incontrarsi di persona con i suoi omologhi europei e valutare a che punto siamo». «Siamo stati incredibilmente allineati fino a oggi e questo non succede per caso - ha aggiunto - Il presidente crede fermamente nella diplomazia faccia a faccia». Ancora incerta, invece, l'ipotesi di una tappa di Biden in Polonia, e anche su un possibile incontro con Zelensky, la portavoce ha detto che «al momento non c'è nulla sul tavolo, ma i dettagli sono ancora in via di definizione». «Questa guerra ha trasformato 3 milioni di ucraini in rifugiati. È difficile trasportare aiuti nel paese a causa» degli attacchi della Russia, ma «continuiamo a farlo grazie all'aiuto di molti coraggiosi», ha detto il presidente americano, firmando il provvedimento da 1.500 miliardi di dollari che prevede anche 13,6 miliardi per l'Ucraina.
Intanto, però, continuano le pressioni interne ed esterne sull'amministrazione Usa per la fornitura di armi più pesanti a Kiev. In particolare, secondo quanto rivelato da fonti informate alla Cnn, sia Capitol Hill che Zelensky puntano ad armi di fabbricazione sovietica come jet da combattimento Mig e sistemi missilistici terra-aria S-300. In queste ore il Dipartimento di Stato americano starebbe lavorando per identificare quali Paesi siano in possesso dei sistemi di difesa aerea S-300 ed esaminando in che modo possano essere trasferiti in Ucraina. Ma rimane la preoccupazione sulla possibile reazione della Russia se venissero approvati alcuni trasferimenti di armi. Zelensky tenta si muovere non solo Biden, ma anche l'Europa: le armi che gli alleati occidentali forniscono all'Ucraina «in una settimana ci durano per 20 ore», per questo siamo costretti a «riutilizzare gli equipaggiamenti sottratti ai russi», ha detto in video collegamento da Kiev con i leader dei Paesi nordici e baltici della Joint Expeditionary Force, radunati ieri a Londra dal premier britannico Boris Johnson. «Aiutandoci, aiuterete voi stessi - ha insistito - Sapete di quali armamenti abbiamo bisogno, lo sanno tutti». «Tu ci sfidi giustamente a fare di più, e noi tutti sappiamo che dobbiamo e possiamo fare di più», è stata la riposta di Johnson.
Ieri il presidente ucraino è anche intervenuto virtualmente al Parlamento di Ottawa, rivolgendosi al premier canadese Justin Trudeau.
«Noi vi chiediamo di fermare le bombe e voi esprimete la vostra profonda preoccupazione e ci chiedete di resistere ancora un po'? - ha detto - Justin, puoi immaginare cosa significherebbe per i tuoi bambini sentire i bombardamenti alle 4 di notte tutti i giorni? Vedere le tue città distrutte? La tua gente morire? Immagina se qualcuno occupasse Vancouver come stanno facendo con Mariupol, rimasta senza acqua, cibo, elettricità. Le sanzioni che avete imposto non hanno fermato la guerra».
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