Come prevenire le tragedie in mare

DAL TITANIC ALL’ISOLA DEL GIGLIO L’ambizioso progetto si chiama «Cruise Industry Operational Safety Review»

Come prevenire le tragedie in mare

di Roberto Martinoli*

Nelle ultime settimane, le associazioni Clia (Cruise Lines International Association) ed Ecc (European Cruise Council) hanno lanciato un importante progetto, denominato «Cruise Industry Operational Safety Review». È la più recente tra le numerose iniziative finalizzate a migliorare progressivamente la sicurezza della navigazione: un compito a cui l’industria delle crociere non si è mai sottratta, proprio in virtù della necessità di offrire ai passeggeri le migliori garanzie possibili.

Le compagnie, infatti, si sono sempre autoimposte un livello di sicurezza superiore a quello richiesto, anche se casi come quello del Giglio segnalano la necessità di compiere maggiori sforzi. In questa prospettiva, è importante orientare lo sguardo verso tutte le azioni messe in campo a partire dall’incidente del Titanic, affinché questo fosse un unicum nella storia e un memento per il futuro. Un recente rapporto, sviluppato da Allianz e l’Università di Cardiff, ha ripercorso le pietre miliari dell’ultimo secolo in materia di sicurezza nella navigazione, ricordando da quanto tempo e con quale profondità si sono sviluppati l’impegno e la responsabilità delle compagnie.

Il primo di questi momenti si ha a soli due anni dal Titanic: nel 1914 la nuova Convenzione Internazionale «Solas» ((Safety of Life at Sea) stabilisce i primi standard internazionali per la sicurezza marittima. Gli anni Quaranta segnano poi l’evoluzione di nuovi sistemi radio in grado di individuare con precisione la posizione della nave al largo di mari e oceani.

Nel 1948 nasce l’organismo consultivo «Imco» (Inter-Governmental Maritime Consultative Organization), padre dell’attuale Imo (International Maritime Organization), con l’obiettivo di sviluppare un codice normativo valido per qualunque nave nel mondo. Gli anni Sessanta vedono l’arrivo del radar e delle prime individuazioni satellitari a cui, dieci anni dopo, segue un protocollo di regolamentazione internazionale per la prevenzione delle collisioni. E con l’ingresso nel nuovo millennio arriva l’obbligo per le nuove navi della famosa «scatola nera».

Guardando alla storia, quindi, si evince un’attenzione costante, vale a dire

l’obiettivo di coniugare l’intrattenimento della navigazione con la serenità della massima sicurezza: un percorso a cui è necessario non porre mai la parola fine.
*Delegato per l’Italia dell’European Cruise Council

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