L'isolito libro autobiografico di Gad Lerner, che ha già suscitato polemiche anche nella sua stessa famiglia; un'opera poliziesca ed enigmatica della spagnola Alicia Giménez-Bartlett e l'originale viaggio nel Novecento del giovane scrittore Matteo Signorini: sono i 3 finalisti della quarta edizione del Premio letterario Tropea, che si contenderanno a luglio la vittoria.
Sono stati scelti dal comitato tecnico-scientifico, presieduto dalla scrittrice e giornalista del «Corriere della Sera» Isabella Bossi Fedrigotti, domenica 21 marzo al Museo Diocesano di Tropea, tra i 30 libri in concorso.
Come è ormai tradizione, la votazione si è svolta in «presa diretta», di fronte ad un folto pubblico e a proclamare la terna è stata alla fine Maria Faragò, responsabile del coordinamento e dell' organizzazione del Premio.
Eccola, in ordine alfabetico: 7 voti ad Alicia Giménez-Bartlett, «Il silenzio dei chiostri» (Sellerio); 8 voti a Gad Lerner, «Scintille» (Feltrinelli); 5 voti a Mattia Signorini, «La sinfonia del tempo breve» (Salani). Il primo dei «non eletti» è stato Mimmo Gangemi con il suo libro «Il giudice meschino» (Einaudi).
Questa è solo la prima tappa, ha spiegato il «patron» del Premio, Pasqualino Pandullo, che presiede l'associazione organizzatrice: l'antica Accademia degli Affaticati. Il vincitore assoluto sarà, infatti, scelto dalla combinazione di voti dei 409 sindaci calabresi e da una giuria popolare composta da 41 persone tra studenti e cittadini della celebre località turistica.
Il coinvolgimento dei sindaci è uno tra gli elementi più innovativi del Premio: grazie proprio alla diffusione capillare dei libri si fa tramite di un messaggio culturale - fondamentale per il sano sviluppo sociale nonché economico di un paese - imperniato sull'importanza del leggere.
Il Premio Tropea vuole essere, dunque, attento al sociale come alla qualità e infatti è stato inserito fra i «Premi di qualità» segnalati dal periodico Libri e Riviste d'Italia, organo del Ministero dei Beni Culturali.
Alla manifestazione di domenica Isabella Bossi Fedrigotti (che è anche presidente dal 2005 del più antico premio letterario italiano, il «Bagutta») ha parlato della specificità di questa edizione del Premio, che punta come sempre ad educare alla cultura del libro il territorio regionale, ma quest'anno ha allargato gli orizzonti, ben oltre quelli nazionali. Diversi i successi editoriali esteri tradotti in Italia, quasi un terzo dei libri in concorso, hanno partecipato alla selezione.
Ecco i titoli delle 30 opere: Eraldo Affinati, Berlin (Rizzoli); Rabih Alameddine, Il cantore di Storie (Bompiani); Tommaso Alibrandi, Giochi di fuoco (Manni); Marco Archetti, Gli asini volano alto (Feltrinelli); Alberto Bevilacqua, L'amore stregone (Mondadori); Riccardo Bocca, Gli anni feroci (Rizzoli); Guido Davico Bonino, Figlia d'arte (Manni); Angela Bubba, La casa (Elliot); Mario Calabresi, La fortuna non esiste (Mondadori); Massimo Carlotto, L'amore del bandito (E/O); Anne Cherian, La moglie indiana (Newton&Compton); Vincenzo Consolo, Il corteo di Dioniso (Lepre edizioni); Ildefonso Falcones, La mano di Fatima (Longanesi); Marcello Fois, Stirpe (Einaudi); Mimmo Gangemi, Il giudice meschino (Einaudi); Vittorio Giacopini, Il ladro di suoni (Fandango); Alicia Giménez-Bartlett con due opere Il silenzio dei chiostri e Una stanza tutta per gli altri (Sellerio); Arthur Japin, La donna che non voleva arrendersi (Bompiani); Gad Lerner, Scintille (Feltrinelli); Isabella Marchiolo, Un giorno come lei (Abramo); Gabriele Marconi, Le stelle danzanti (Vallecchi); Valeria Montaldi, Il manoscritto dell'imperatore (Rizzoli); Giovanna Moscato, Ritratto in bianco e nero (Aracne); Michela Murgia, Accabadora (Einaudi); Enrico Panunzio, L'apofasia del cav. Ciro Saverio Paniscotti, (Lepre); Laura Pugno, Quando verrai (Minimum Fax); Bjarne Reuter, L'impostore umbro (Abramo); Helga Schneider, La baracca dei tristi piaceri (Salani); Mattia Signorini, La sinfonia del tempo breve (Salani).
E ora poche parole sulle tre opere finaliste.
La Giménez-Bartlett, che vive a Barcellona, è la creatrice della serie dell'ispettrice Petra Delicado, che in questo libro si trova di fronte un omicidio nel convento delle sorelle del Cuore Immacolato, reso ancor più scabroso dalle modalità in cui sembra avvenuto: il cadavere di un frate esperto di reliquie viene ritrovato accanto alla teca che custodiva il Beato Asercio de Montcada e il corpo sacro è scomparso.A intorbidare le piste, deviandole al soprannaturale, c' è un enigmatico biglietto.
Della seconda opera, quella del noto giornalista televisivo Lerner (conduttore da 6 anni del programma «L'Infedele» su La 7) si è già molto parlato in Italia, anche perchè l'autore ha subito una querela e una richiesta danni dal padre, che si è sentito diffamato dall'opera. Lerner ha infatti deciso di addentrarsi nella sua storia personale, nel suo gilgul (reincarnazione) familiare, nelle «scintille d'anime» che riguardano in particolare suo padre Moshé e l' enigmatica nonna Teta.
Il trentenne Signorini, che ha studiato Scienze della Comunicazione a Padova, ha vinto l'ultima edizione del Premio Tondelli per la narrativa e ha pubblicato racconti in antologie e riviste, mentre « Severo American Bar» è il suo romanzo d'esordio.
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