Roma di nuovo invasa dalla spazzatura: cassonetti in fiamme e immondizia in strada

L'immondizia torna ad invadere la Capitale: rifiuti in strada in quasi tutti i quartieri e cassonetti dati alle fiamme. Ed è scontro nel Movimento 5 Stelle sull'apertura di una nuova discarica nella Valle Galeria

Roma di nuovo invasa dalla spazzatura: cassonetti in fiamme e immondizia in strada

"È un’emergenza senza precedenti, l’unica soluzione è che il governo nomini un commissario che indichi dove conferire i rifiuti". Secondo Alessandro Bonfigli, sindacalista della Uiltrasporti Lazio ora ad intervenire dovrebbe essere il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa.

"Campidoglio e Regione Lazio si rimpallano le responsabilità – continua – e hanno dimostrato di non essere in grado di risolvere il problema". A farne le spese sono i romani, che pagano la Tari più alta d’Italia per ritrovarsi con le strade costantemente invase dal pattume. Dal centro alla periferia l’immondizia è tornata a ricoprire i marciapiedi e dall’inizio dell’anno sono stati dati alle fiamme più di 14 cassonetti.

La soluzione messa in campo dal Campidoglio lo scorso 31 dicembre per risolvere l’emergenza cronica che affligge la Capitale è quella di realizzare una nuova discarica di servizio a Monte Carnevale, nella Valle Galeria. Ma la decisione non è stata accolta di buon grado dai residenti e neppure dai vertici grillini dell’XI municipio che minacciano le dimissioni in blocco.

La giravolta di Virginia Raggi, che in campagna elettorale aveva promesso che non ci sarebbe mai più stata una nuova Malagrotta e che ora vuole aprire un sito di stoccaggio dei rifiuti proprio a pochi chilometri da dove sorgeva la principale discarica romana, non è piaciuta ai consiglieri pentastellati che uno dopo l’altro stanno lasciando il Movimento.

Ma la sindaca tira dritto: "Il Piano (della Regione Lazio) prevede nuove discariche all'interno del territorio regionale tanto più che quella di Colleferro chiuderà a breve - ha ricordato a margine di una conferenza stampa in Campidoglio - Roma Capitale ha indicato quello che dovrà essere il sito". Nessun dietrofront, quindi, nonostante le dure proteste che si prevedono nel finesettimana contro quella che i cittadini di Ponte Galeria hanno già ribattezzato "Malagrotta 2". In tantissimi hanno già aderito alla manifestazione organizzata per sabato mattina alle 10 dal comitato Valle Galeria Libera.

Intanto la città continua ad essere sommersa da una coltre di sacchetti della spazzatura. “È un'indecenza”, gridano i cittadini dai quattro angoli del raccordo anulare. I disagi si registrano in tutto il territorio dall’Eur a Torrevecchia, dall’Aurelio a Montesacro. Ovunque lo scenario si ripete identico, senza soluzione di continuità. I cumuli di immondizia attanagliano abitazioni, negozi, ospedali scuole.

"Almeno la metà dei rifiuti prodotti dai romani resta sulle strade capitoline", assicura Bonfigli. Succede perché "mancano strutture, mezzi e personale", denuncia il sindacalista, che fa notare come "i circa 4mila dipendenti della municipalizzata dei rifiuti debbano sobbarcarsi la raccolta di 4800 tonnellate di rifiuti al giorno". È una missione impossibile. E così finisce che ognuno si arrangia come può per cercare di ripristinare un minimo di decoro.

Al Tufello, quartiere popolare nella zona nord di Roma, c’è pure chi si occupa personalmente di collocare i rifiuti che fuoriescono dai secchioni all’interno degli altri cassonetti. "Se aspettiamo che lo faccia Ama rischiamo di essere invasi dai topi", si sfoga una ragazza. Ormai anche fare la raccolta differenziata è diventata un’utopia. "È impossibile anche solo avvicinarsi ai contenitori – ci spiega un ragazzo che vive nello stesso quartiere – pensi che quando si è rotta la campana del vetro siamo rimasti un mese con il marciapiede pieno di cocci".

Qualcuno invoca la "rivolta fiscale" contro la Tari, visto che, si lamenta un residente del III Municipio, "alle segnalazioni non risponde mai nessuno". La protesta contro i ritardi nella raccolta è degenerata nei roghi della spazzatura in diverse zone della città.

Secondo Lavinia Mennuni, consigliere comunale di Fratelli d’Italia le responsabilità di una situazione che appare sempre più fuori controllo sono della sindaca "che non riesce a trovare una soluzione e ha deciso di “andare avanti sulla strada dell’apertura di una nuova Malagrotta" e "del Pd, che chiuse Malagrotta senza prevedere soluzioni alternative". "Il vero problema – attacca – è che nel 2020 si pensa ancora di risolvere la questione rifiuti aprendo nuove discariche". Per la consigliera di centrodestra bisognerebbe puntare di più sulla differenziata e "studiare impianti innovativi".

Critico sull’apertura di un nuovo sito di conferimento dei rifiuti nella Valle Galeria è anche il capogruppo dello stesso partito alla Regione Lazio, Fabrizio Ghera, che denuncia il rimpallo di responsabilità tra Comune e Regione. "In questi anni avrebbero dovuto mettersi a tavolino e studiare un piano, questo non è stato fatto – attacca - e oggi con la pistola della Regione alla tempia è difficile decidere".

Quello che è certo, continua Ghera, è che "la Valle Galeria ha già pagato un caro prezzo per anni con la discarica di Malagrotta". "È assurdo – conclude - penalizzare ulteriormente questo territorio, che invece andrebbe recuperato".

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