Roma - Sotto controllo tutte le persone vicine al premier Silvio Berlusconi. Telefonate intercettate per mesi. Il contenuto di sms privati sbattuti sulle prime pagine dei principali quotidiani nazionali. Una vera e propria violazione della privacy che il ministro degli Esteri, Franco Frattini, sta valutando la possibilità di portare di fronte alla Corte europea dei diritti dell’uomo: "C’è una giurisprudenza molto ricca in materia". Secondo il titolare della Farnesina, la causa che il Cavaliere vorrebbe intraprendere contro lo Stato non sarebbe "un rimedio straordinario" perché "quando un cittadino si sente danneggiato ha diritto a rivolgersi al giudice competente per ottenere tutela".
La mossa della Farnesina Per ora è soltanto una possibilità. Ma la gravità dell'assalto al Cavaliere spinge a scelte chiare e immediate. Non passa giorno, infatti, che la privacy del premier non venga violata. Ormai è un fatto quotidiano. "Si tratta di un problema - spiega il ministro Frattini - su cui il Pdl ha posto un punto fermo, una questione politica: non pensiamo che sia immaginabile un cambiamento del governo democraticamente eletto per via giudiziaria". E' una questione politica, aggiunge il titolare della Farnesina, che "ha posto tutto il Pdl". Rispondendo poi a una domanda se un eventuale causa nei confronti dello Stato non farebbe altro che alzare il livello di scontro, il ministro degli Esteri spiega che "il solo fatto che si possa immaginare di invocare un cambiamento di governo avvalendosi di metodi giudiziari è di per sé un elemento grave". Per questo, secondo Frattini, "bisogna tornare alla normalità": "Mi auguro che torni la serenità e la normalità nazionale".
Fumuspersecutionis contro il Cav Ad ogni modo la difesa di Berlusconi potrebbe sollevare l’accusa di fumus persecutionis nei confronti dei magistrati milanesi. Il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, spiega che nella riunione di ieri dell’ufficio di presidenza del partito "abbiamo fatto presente che questa non è una questione giudiziaria ma politica". "L’iniziativa dei magistrati di Milano contro Berlusconi - spiega l'esponente del Pdl - è marcata da un evidente fumus persecutionis e da un uso politico della giustizia, perciò intendiamo sviluppare iniziative politiche. E anche la difesa di Berlusconi avvierà tutte le iniziative per sottolinearlo. Questo può anche implicare atti alla Camera e alla Corte Costituzionale". Quanto allo scontro tra poteri dello Stato, secondo Cicchitto, la responsabilità è di "un nucleo politicizzato di magistrati che agiscono contro il presidente del Consiglio e la maggioranza di governo, che non può essere scalzata da un’iniziativa politico-giudiziaria e dall’uso delle intercettazioni per far conoscere cose che non hanno alcuna rilevanza penale, attraverso un’assoluta sopraffazione mediatica". Il capogruppo del Pdl si rivolge poi all’opposizione che ha accusato la maggioranza di terrorismo: "Farei attenzione ad usare quell’espressione che ha un connotato di violenza politica. Noi avevamo rivolto un appello all’opposizione per un confronto sui temi economici e sociali, ci è stato risposto che la pregiudiziale erano le dimissioni del premier, quindi lo scontro politico è prodotto da loro".
Nessun decreto sulle intercettazioni Il Pdl smentisce le voci sulla possibilità di un decreto sulle intercettazioni. Si sarebbe trattato soltanto di un equivoco. "Non c’è nessuna intenzione del governo di presentare un decreto sulle intercettazioni", assicura Cicchitto.
"Non mi risulta nessuna iniziativa per un decreto legge tanto meno di un decreto da presentare da parte del premier al capo dello Stato - continua Cicchitto - caso mai, come ha ricordato Leone, c’è un ddl in stato avanzato di lavoro in parlamento". "Sono due cose distinte - continua l'esponente del Pdl - ieri si è fatto un notevole polverone su una cosa che non esiste".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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