Russia e Stati Uniti: scambio di agenti segreti Dieci 007 russi per quattro spie incarcerate

Scambio di spie senza prededenti dalla Guerra fredda tra Washington e Mosca. Gli agenti russi presi negli Stati Uniti confessano e vengono espulsi. A Mosca il presidente Medvedev grazia quattro agenti russi in carcere. Le spie sono già tornate a Mosca, ma non potranno raccontare niente

Russia e Stati Uniti: scambio di agenti segreti 
Dieci 007 russi per quattro spie incarcerate

Mosca - La spy-story fra America e Russia è finita nel modo più classico: con uno scambio di 007 ma anche con l'ammissione pubblica degli arrestati negli Usa di essere al servizio di Mosca.
Quindi: le dieci spie russe contro quattro agenti incarcerati in Russia per avere avuto contatti con servizi di intelligence occidentali. Un tribunale americano ha dato via libera a uno scambio senza precedenti dalla Guerra Fredda.

Ammissione di colpevolezza Le dieci spie russe arrestate nei giorni scorsi negli Stati Uniti hanno riconosciuto di fronte a un tribunale di Manhattan di essere tutte colpevoli, spianando la via allo scambio con agenti detenuti in Russia, tra cui Igor Sutyagin, un cittadino russo condannato a 14 anni di carcere con l'accusa di avere spiato per gli Usa.

Guerra fredda Dopo che i dieci 007 venuti dal freddo hanno riconosciuto la propria colpevolezza, la giudice federale di New York, Kimba Wood, una "dura" diventata famosa nel 1990 per avere condannato Michael Milken, il re dei "junk bond'2, a 10 anni di carcere, ne ha decretato l'espulsione verso la Russia. E il ministero della Giustizia Usa ha confermato cla loro "immediata espulsione".

Le trattative A permettere il via libera all'operazione è stata tra l'altro una lettera del pubblico ministero incaricato del caso, che informava la Wood dell'intenzione di Mosca di scarcerare quattro persone in prigione in Russia. Il segretario alla Giustizia Eric Holder ha detto che "si è trattato di un caso straordinario, frutto di anni di lavoro degli inquirenti, degli agenti di intelligence e dei procuratori, e l'accordo raggiunto è una soluzione molto positiva per gli Stati Uniti e i loro interessi".

Il via libera del Cremlino I dieci, nove dei quali sono di nazionalità russa, hanno riconosciuto di essere colpevoli di "cospirazione per avere agito come agenti di un governo straniero all'interno degli Stati Uniti senza avere notificato il ministero della Giustizia". I tre che operavano sotto la vera identità, l'americana Vicky Pelaez, e i russi Anna Chapman e Mikhail Semenko, hanno riconosciuto di essere "agenti della Federazione Russa". Gli altri sette, dopo avere ammesso anch'essi che lavoravano per Mosca, hanno rivelato i loro veri nomi: Richard e Cynthia Murphy si chiamano in realtà Vladimir e Lydia Guryev, Michael Zottoli e Patricia Mills sono Mikhail Kutsik e Natalia Pereverzeva, Donald Heathfield e Tracey Lee Ann Foley si chiamano Andrey Bezrukov e Elena Vavilova. Infine, il vero nome di Juan Lazaro, il compagno della Pelaez, è Mikhail Anatonoljevich Vasenkov. A poche ore dall’udienza nel tribunale di New York, il Cremlino ha annunciato che il presidente Dmitri Medvedev aveva firmato il rilascio di quattro persone detenute con l’accusa di aver collaborato con i servizi occidentali. Si tratta di Igor V. Sutyagin, detenuto da 11 anni; di Sergei Skripal, un colonnello dei servizi russi che spiava per Londra condannato nel 2006 a 13 anni; di Aleksandr Zaporozhsky, ex agente dei servizi russi che ha scontato 7 dei 18 anni di condanna; di Gennadi Vasilenko, un ex maggiore del Kgb che venne arrestato una prima volta nel 1998 per contatti con la Cia, poi rilasciato e di nuovo condannato nel 2005.

Scambio Gli Usa sostengono che lo scambio di spie con la Russia è stato deciso per motivi di sicurezza nazionale e per ragioni umanitarie, sottolineando che i dieci agenti russi espulsi non rappresentavano alcun interesse strategico per Washington. Lo ha detto il portavoce del Dipartimento di Stato Mark Toner. "Si è deciso che una decisione rapida e globale della questione doveva essere trovata per ragioni di sicurezza nazionale e umanitarie. L'imprigionamento prolungato dei dieci agenti non sarebbe servito a nessun interesse nazionale per l'America".

Le spie a Mosca L’aereo russo YAK-42 del ministero delle Emergenze che trasportava le dieci spie arrestate dall’FBI negli Stati Uniti a fine giugno è atterrato all’aeroporto Domodedovo di Mosca, secondo quanto riferito dall’agenzia Ria Novosti.  Il Boeing 767-200 che dovrebbe avere a bordo i quattro rilasciati da Mosca -ovvero Igor V. Sutyagin, Sergei Skripal, Aleksandr Zaporozhsky e Gennadi Vasilenko- in cambio delle dieci spie, è invece atterrato in una base militare della Gran Bretagna, la RAF Brize Norton nell’Oxfordshire, secondo quanto riferito dalla Press Association (PA).

Non potranno raccontare nulla Le dieci spie russe arrestate dall’Fbi negli Stati Uniti ed espulse in cambio di quattro agenti che collaboravano con la Cia detenuti a Mosca, prima di partire hanno firmato un documento di rinuncia definitiva delle proprietà e dei conti correnti negli Usa e non potranno vendere i diritti delle loro storie sotto qualsiasi forma. Al centro di una spy story degna di un film e protagonisti di uno scambio che ricorda i tempi della guerra fredda, riportano i giornali britannici, i dieci agenti non potranno trarre profitti dalla vicenda, almeno negli Stati Uniti.

"Non è una clausola inconsueta in casi come questo che godono di una certa notorietà", ha commentato un alto funzionario dell’amministrazione Usa citato dal ’Telegraph’ dopo l’accordo sullo ’swap’ tra Washington e Mosca. 

 

 

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