Diabete, l'insulina aumenta prima che le cellule sviluppino resistenza

L'importante scoperta è opera dei ricercatori dell'Università di Göteborg in Svezia. A giocare un ruolo fondamentale nella prevenzione del diabete, un corretto stile di vita e attenzione al peso corporeo

Diabete, l'insulina aumenta prima che le cellule sviluppino resistenza

Il diabete di tipo 2 o mellito è una malattia metabolica caratterizzata dall'aumento della glicemia nel sangue (iperglicemia). Ad esserne colpiti sono soprattutto i soggetti adulti. In particolare, il rischio si fa più concreto a partire dai 35-40 anni anche se, dati alla mano, negli ultimi anni le diagnosi tra i giovani sono raddoppiate. Da tempo gli studiosi di tutto il mondo si chiedono cosa accade realmente nel corpo con il progredire della patologia e perché l'obesità è un grande fattore di rischio della stessa. Cruciale è poi un altro interrogativo: nella genesi del diabete viene prima la resistenza all'insulina o livelli elevati di quest'ultima?

A lungo l'ipotesi dominante è stata che il pancreas incrementasse la produzione di insulina a causa delle cellule già diventate resistenti all'ormone e, di conseguenza, crescesse il livello di zucchero nel sangue. Tuttavia, secondo i ricercatori dell'Università di Göteborg in Svezia, accade il contrario: sarebbero infatti i livelli di insulina a crescere per primi. Nello specifico l'indagine, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista "EBioMedicine", indica che alti livelli ematici di FFA dopo il digiuno notturno stimolano la produzione di insulina al mattino.

Per lo studio, gli scienziati hanno confrontato il metabolismo del tessuto adiposo di 27 soggetti. Nove avevano un peso nella norma, nove erano obesi ma con valori di glucosio normali e nove soffrivano di obesità e di diabete. Per diversi giorni sono stati sottoposti a esami approfonditi durante i quali sono stati prelevati campioni in condizioni variabili. Oltre al metabolismo, i ricercatori hanno analizzato anche l'espressione genica del grasso sottocutaneo, i livelli ematici di zucchero, di insulina e di FFA.

Gli individui obesi ma non diabetici avevano gli stessi valori di glucosio nel sangue dei partecipanti sani normopeso, oltre a valori elevati sia di acidi grassi liberi che di insulina. Inoltre, gli stessi livelli erano simili o superiori a quelli misurati nei pazienti con obesità e diabete. In collaborazione con gli scienziati dell'Università di Uppsala è stato poi osservato lo stesso modello in uno studio sulla popolazione, basato su campioni di sangue prelevati da 500 persone dopo un digiuno notturno.

Il legame osservato tra gli acidi grassi liberi e l'insulina suggerisce che i primi siano collegati al rilascio dell'ormone e che contribuiscano all'aumento della produzione dello stesso a stomaco vuoto, quando la glicemia non è aumentata. Gli acidi grassi liberi si trovano naturalmente nel flusso sanguigno e, come il glicerolo, sono un prodotto del metabolismo dei grassi del corpo. Nei partecipanti la quantità di glicerolo rilasciata si è dimostrata sostanzialmente la stessa per chilo di grasso corporeo, indipendentemente che essi fossero normopeso, obesi o affetti da diabete.

L'ipotesi degli studiosi è che gli acidi grassi liberi aumentino nel sangue perché il tessuto adiposo non è più in grado di immagazzinare l'energia in eccesso. Questo potrebbe essere un segno precoce di diabete.

L'ulteriore conferma di questa deduzione potrebbe consentire lo sviluppo in biomarcatori di alcuni acidi grassi specifici. L'indagine in questione, infine, pone l'attenzione sull'importanza di un sano stile di vita nella prevenzione e nel rallentamento della malattia metabolica.

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