Esofago, grazie ai magneti si può ripararlo

La magneto-anastomosi è una tecnica innovativa che evita l’intervento chirurgico classico. I primi cinque pazienti, tutti lattanti, sono stati trattati per la prima volta in Italia all’Ospedale Bambino Gesù

Esofago, grazie ai magneti si può ripararlo

Usare i magneti al posto della chirurgia per riparare l’esofago dei neonati. È quello che hanno fatto, per la prima volta in Italia, i sanitari dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù.

L’innovativa tecnica, denominata magneto -anastomosi, permette di curare i piccoli pazienti affetti da atresia dell’esofago evitando loro di essere sottoposti ad interventi chirurgici. I primi cinque casi, che hanno riguardato lattanti sotto i 4 mesi, sono stati descritti sulla rivista scientifica Journal of Pediatric Surgery.

Che cos’è l’atresia dell’esofago

I bambini possono nascere con l’atresia dell’esofago, vale a dire con una malformazione caratterizzata da un’interruzione dell'esofago, il tratto del tubo digerente che permette il passaggio del cibo dalla bocca allo stomaco. La conseguenza è che l’interruzione non permette una normale alimentazione attraverso la bocca.

Si tratta di una anomalia congenita rara, dalle cause sconosciute, la cui frequenza va da un massimo di 1 bambino su 2.500 a un minimo di 1 bambino su 4.000 nati vivi. La patologia viene trattata di norma nei primi mesi di vita con interventi chirurgici molto efficaci, ma che presentano anche i rischi insiti nella tecnica specifica oltre a quelli generici di un intervento chirurgico sul torace di un neonato o di un lattante di pochi chili di peso.

La nuova tecnica con l’ausilio dei magneti

La magneto-anastomosi è una tecnica non invasiva che consente di trattare, senza intervento chirurgico vero e proprio, l’atresia dell’esofago nella sua variante meno comune, nota come “long-gap”.

Si effettua posizionando i magneti, due calamite di 0,5 cm di diametro, nella parte finale dei due monconi non comunicanti dell’esofago. Uno viene posizionato nel moncone superiore, utilizzando un sondino morbido e passando attraverso la bocca, l’altro in quello inferiore facendo passare un altro sondino attraverso una piccola apertura per l’alimentazione presente all’altezza dello stomaco.

Una volta posizionati i magneti, i due monconi sono spinti l'uno verso l’altro, controllando il movimento sotto guida radioscopica, fino a farli avvicinare quanto basta perché i due magneti si uniscano grazie alla forza generata dal campo magnetico. L’intervento dura in media circa un’ora rispetto alle 2/4 ore della tecnica chirurgica classica.

Nel giro di una settimana circa, la pressione esercitata dai magneti “erode” le pareti dell’esofago aprendo il passaggio tra moncone superiore e inferiore. Contemporaneamente, grazie al contatto prolungato, i due monconi si saldano rendendo l’esofago “continuo”.

Al termine del processo, i due magneti vengono rimossi sfilando il tubicino morbido sul quale erano stati posizionati. Il bambino viene quindi subito rialimentato per bocca e sottoposto ad alcune sedute di dilatazione dell’esofago, proprio come accade dopo un classico intervento chirurgico.

I casi trattati in italia e nel mondo

I primi 5 piccoli pazienti curati al nosocomio della Santa Sede con la nuova tecnica mininvasiva stanno bene: oltre a loro ne sono stati trattati altri 3 per un totale di 8, provenienti da tutta Italia.

"I vantaggi di questa nuova tecnica sono molteplici – dichiara in una nota della struttura sanitaria il professor Pietro Bagolan, direttore del Dipartimento medico-chirurgico del feto-neonato-lattante - Oltre a evitare lo stress e le possibili conseguenze (dolore postoperstorio, ferita chirurgica pur se minima ecc.) di un intervento chirurgico classico o mininvasivo toracoscopico, i bambini hanno anche un decorso molto più semplice e spesso anche molto più rapido prima di poter finalmente mangiare naturalmente per bocca. Inoltre – aggiunge - non si creano cicatrici, neppure interne, legate all’accesso chirurgico classico. Questo rende più semplici ed agili eventuali futuri interventi per l’assoluto rispetto della anatomia del torace e del mediastino, la delicata regione anatomica in cui è alloggiato l’esofago".

Pochissimi sono i casi trattati con magneto -anastomosi descritti nella letteratura scientifica internazionale: 25 ad oggi. Per questo tale tecnica necessita di ulteriori approfondimenti.

A questo proposito, annuncia l’ospedale pediatrico, prossimamente partirà uno studio multicentrico internazionale per sviluppare e testare nuovi magneti appositamente brevettati per l’uso clinico, che dovrebbero essere in grado di ridurre il rischio di stenosi, cioè il pericolo di restringimento dell’esofago. Lo studio durerà due anni circa e coinvolgerà sei centri a livello mondiale tra cui, per l’Italia, appunto il Bambino Gesù.

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