L'ipnosi è una procedura attraverso cui il paziente sperimenta cambiamenti a livello di pensiero, comportamento, percezioni e sensazioni. Questa condizione, indotta in maniera artificiale da uno psicoterapeuta o dal soggetto stesso (autoipnosi), è simile al sonno, ma si differenzia da quest'ultimo per un motivo sostanziale.
Il sonno, infatti, è uno stato di concentrazione ridotta: in chi dorme si verifica un obnubilamento della coscienza. Al contrario, nell'ipnosi la concentrazione è aumentata e ciò consente al paziente di essere ricettivo agli stimoli. La storia di questa tecnica affonda le radici nel passato: non a caso gli uomini primitivi la utilizzavano nella pratica dei riti medici e religiosi per accrescere la fede nella magia.
Durante un normale stato di veglia le informazioni vengono elaborate e condivise da varie parti del cervello per consentire risposte flessibili agli stimoli esterni. I ricercatori dell'Università di Turku, in Finlandia, hanno scoperto che durante l'ipnosi questo processo viene meno e le varie aree cerebrali non sono più sincronizzate in modo simile. Lo studio, pubblicato sulla rivista "Neuroscience of Consciousness", si è concentrato su una singola persona che è stata ampiamente analizzata in precedenza e che ha dimostrato di reagire bene agli stimoli ipnotici.
Più precisamente la ricerca ha monitorato la modalità con cui la corrente elettrica, indotta magneticamente, si diffonde nel cervello durante l'ipnosi e il normale stato di veglia. Tale metodologia era già stata impiegata per misurare i cambiamenti a livello cerebrale in vari stati di coscienza, come l'anestesia, il coma e il sonno. Nel corso dell'indagine, il paziente è stato posto in posizione seduta e immobile, con gli occhi chiusi; in alternativa è stato ipnotizzato o in uno stato di veglia. L'ipnosi è stata indotta tramite un segnale di una sola parola. Dai risultati è emerso che il cervello, con questa procedura, può funzionare in modo differente rispetto al classico stato di veglia.
La scoperta è davvero interessante poiché la misura in cui l'ipnosi modifica l'elaborazione neurale è da tempo oggetto di accesi dibattiti. Tuttavia Jarno Tuominen, ricercatore senior presso il Dipartimento di Psicologia e Patologia del linguaggio dell'Università di Turku, chiarisce che i risultati ottenuti non possono essere generalizzati prima di una nuova indagine condotta su un campione più ampio di partecipanti.
In ambito psicoterapeutico l'ipnosi trova impiego nella cura di alcuni disturbi, tra cui disturbi dell'umore, depressione e stati di ansia, disfunzioni sessuali e disturbi alimentari, dipendendenze, dolore cronico, tic e balbuzie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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