Un "profilo" di tutte le scuole verrà pubblicato entro gennaio prossimo sul sito del ministero. Una sorta di "schoolbook" contenente le caratteristiche di ogni istituto: quanti docenti di ruolo o precari, quanti alunni, laboratori, dotazioni tecnologiche. Insomma "tutto quello che avreste sempre voluto sapere" sulla scuola da scegliere per i figli ma che nessuno vi ha mai detto. In un mondo a volte soffocato dall'eccesso di informazioni qualsiasi genitore italiano sa, con rammarico, di non sapere quale sia la scuola giusta per i propri ragazzi. Da decenni si va avanti con il "passaparola", dettagli informali scambiati fra genitori più o meno esperti, per capire quali siano gli istituti che funzionano ed in più quali le sezioni migliori all'interno della stessa scuola.
Ora il ministro dell'Istruzione e dell'Università e della Ricerca, Francesco Profumo, in nome della trasparenza, annuncia quello che al momento è soltanto un primo passo ma comunque significativo per un servizio che sia più accessibile ai cittadini. Il sogno globale è quello di una smart city, diciamo una versione moderna dell'Utopia di Tommaso Moro, in questo caso però pienamente realizzabile, un luogo ideale per i cittadini perchè le informazioni necessarie sui servizi ed i servizi stessi saranno accessibili a tutti nello stesso modo. E da dove cominciare se non dalla scuola?
Non a caso l'iniziativa è stata annunciata al Centro Nazionale delle Ricerche di Roma durante la presentazione del rapporto di ricerca sul progetto del Miur "Valorizza" elaborato dall'Associazione Trellle e della Fondazione per la Scuola, Compagnia di San Paolo. Il progetto sperimentale " Valorizza" è stato condotto su 33 scuole seguendo due percorsi diversi: valutare i risultati del singolo istituto nel suo complesso e valutare il lavoro dei singoli docenti. L'adesione era volontaria. Scopo della ricerca quello di vedere se e come funziona il meccanismo di valutazione anche allo scopo di stabilire un modello ideale al quale adeguarsi.
Nel frattempo sono stati compiuti passi avanti dall'Invalsi, l'Istituto nazionale di Valutazione. I test, che vengono somministrati ogni anno a campione lungo tutto il ciclo dell'istruzione, sono oramai parte integrante nell'esame di terza media e contribuiscono al voto finale.
In nome della trasparenza il ministro Profumo invita tutti gli istituti a pubblicare sul loro profilo anche i risultati sulle valutazioni degli apprendimenti e dell'offerta formativa. «Il legame virtuoso tra valutazione e miglioramento è in genere ancora tutto da sviluppare nel contesto culturale delle nostra scuola che in questa prospettiva sarà chiamata a renderedisponibili tutti i suoi dati all'interno di un più ampio concetto di "smart society"- spiega Profumo- Saranno poi i singoli istituti autonomamente a decidere di mettere a disposizione tutti i propri dati a partire dai risultati dei test Invalsi». Dunque si lascia all'autonomia delle scuole la scelta di una totale trasparenza. La speranza è quella di innescare un circolo virtuoso. É ovvio che quando molte scuole cominceranno a mettere i dati in rete quelle che non lo faranno verranno guardate con sospetto.
La valutazione dunque, aggiunge il ministro, diventa «leva del cambiamento e dell'innovazione». Certamente è proprio la scuola il settore nel quale è davvero necessario innovare. Nonostante sia il più «grande sistema sociale del Paese» con i suoi 8 milioni di studenti e circa 700.000 insegnanti, è rimasta sostanzialmente immobile: il modello educativo è quello dell'ora di lezione con il docente seduto in cattedra. E purtroppo oggi i ragazzi, nativi digitali, in classe troppo spesso si annoiano. «Nelle nostre aule abbiamo una generazione digitale che parla un'altra lingua, che ha elaborato nuove strategie cognitive che apprende oramai.
Trasparenza, confronto e valutazione, conclude il ministro, sono le chiavi per accedere ad una scuola più moderna.
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