Filippo Guglielmone, direttore generale operativo Mondadori Trade, come commenta i dati dell'Aie sul calo del mercato librario?
«Il calo va contestualizzato. L'analisi di mercato Aie, quando parla di una perdita di 2,4 milioni di copie rispetto all'anno precedente e di un -2,3% a conferma del momento di difficoltà per l'industria del libro, si riferisce all'intero mercato e abbraccia tutti i segmenti: varia, professionali (come scolastica e manuali) e mondo dei fumetti. Tuttavia il segno meno rispetto alle copie vendute va letto in modo diverso a seconda di queste diversificazioni nel settore. Romanzi, saggistica e varia pura fanno le stesse cifre, a valore, dell'anno precedente: meno 0,6%. Ora, un meno 0,6 significa 8 milioni su un mercato che però ne vale un miliardo e mezzo. Quello che è andato davvero giù nel 2024 rispetto al 2023 sono i professionali, che fanno meno 10, e i fumetti, a meno 6. Quest'ultimo però è un mondo che dal 2019 al 2023 ha visto moltiplicarsi per tre il suo valore complessivo e quindi nell'ultimo anno ha ovviamente fatto un passo indietro».
Che cosa o chi ha lavorato bene nel settore?
«I 22 milioni di lettori italiani che sono andati a comprare libri han fatto bene il loro mestiere: le librerie, soprattutto quelle di catena, hanno lavorato bene, mentre per la prima volta ha fatto più fatica l'e-commerce. In casa nostra, un titolo su tutti con il suo segno positivo, Spare del principe Harry, anche da solo sbaraglia il trade».
Che cosa ha rallentato le vendite?
«Sul professionale, parte della penalizzazione
può essere dovuta alla sostituzione del bonus cultura 18app. Per quel che riguarda lettori studenti in particolare, ma anche più in generale il cambiamento di sistema è una delle possibili spiegazioni del rallentamento».
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