Un museo per Georges Simenon (1903-1989) a Liegi, sua città natale: è questo il «regalo» che il figlio dello scrittore belga, John Simenon, ha ideato per il padre nell'anno in cui ricorre il ventesimo anniversario della scomparsa. Il progetto sta facendo a poco a poco il suo cammino: nato per iniziativa del secondogenito del creatore dell'ispettore Maigret, ha ora registrato il sostegno come partner delle istituzioni locali della città belga di Liegi.
John Simenon, uno degli eredi del romanziere, ha creato, nel frattempo, con l'editore Luc Pire, la società «Gsd Belgique», con l'obiettivo di mettere in luce il nome e l'immagine di Georges Simenon, anche per gestire tutte le fasi tecniche dell'imminente opera. Tra i primi passi in vista della creazione della futura «Maison Simenon». C'è già stato un incontro tra i responsabili politici della città e della provincia di Liegi, a cui farà seguito un colloquio con i curatori del Fondo Simenon dell'Università di Liegi, che ne custodiscono le carte e i libri.
«John Simenon ha presentato le linee direttrici del suo progetto e noi abbiamo potuto constatare che egli ha una grande ambizione nel voler mettere in luce l'opera di suo padre con la creazione di un museo. Noi siamo disponibili a contribuire alla sua realizzazione e a far sì che il progetto divento concreto in fretta», ha dichiarato l'assessore alla Cultura del Municipio di Liegi, Jean-Pierre Hupkens.
Nelle prossime settimane inizierà l'iter burocratico, con la redazione di uno studio di fattibilità del progetto del Museo e intanto sarà avviata anche una ricerca sulla domanda locale e internazionale del pubblico per una tale istituzione e sulle possibilità di finanziamento. Per quanto riguarda la localizzazione, gli amministratori comunali di Liegi ipotizzano un luogo abbastanza centrale, tra la nuova stazione realizzata dall'architetto spagnolo Santiago Calatrava e la Mediacitè. I tempi per la creazione della «Maison Simenon»? Cinque anni, al massimo.
Intanto, per i cultori dello scrittore, che si contano a milioni nel mondo, si consigliano, appena ripubblicate da Adelphi, le sue «Memorie intime»: il lungo, denso, commovente e ricchissimo diario che lo scrittore compose nel 1980 per commemorare la figlia Marie-Jo, che si uccise nel maggio del 1978, con un proiettile calibro 22, nel suo appartamento di Parigi. Un suicidio annunciato, e del resto più volte tentato: dopo essere stata una bambina difficile, Marie-Jo era entrata sin dall'adolescenza in un ciclo infernale di cliniche, fughe, ospedali psichiatrici.
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