Un'altra diciottenne violentata a Milano da un diciottenne. Quattro giovanissimi morti a Cagliari in un'auto che si ribalta ad alta velocità sulla quale erano saliti all'alba in sei dopo una nottata. E tanto altro anche in questo fine settimana. Ma quanto ci metteremo a capire che stiamo perdendo una generazione? Altro che gioventù bruciata, ancora non molto e sarà ridotta in cenere. E per capirlo non serve leggere trattati di sociologia o psicologia, basterebbe leggere i giornali invece di continuare a dire che sono morti e non servono a niente. E allora forse si comincerebbe a capire perché un popolo di analfabeti nel quale sei su dieci non legge nemmeno un libro all'anno e gli altri poco più, in pochi giorni ha bruciato 100mila copie di quello autoprodotto dal generale Roberto Vannacci. Magari perché il racconto di politici, giornalisti e intellettuali sedicenti progressisti non funziona. Forse il mondo al contrario non è quello su cui si dibatte strumentalmente, ma quello che si è impossessato delle nostre città dove è ormai un problema far uscire un figlio il sabato sera senza immaginare che travolta dal gorgo di una movida ormai selvaggia, incontrollata e incontrollabile finisca stuprata in un giardinetto. O che salga su un'auto guidata da chi non è in grado di farlo e concluda lì la sua giovane esistenza. Terribili fatti di cronaca nera che si ripresentano con ormai ferale puntualità e con il rischio dell'assuefazione. Di non considerare più una terribile eccezione il fatto che una ragazzina venga violata tra lo scintillio dei locali alla moda. Il mondo capovolto che si mangia quello normale. Come un mostro a cui stiamo sacrificando figli e nipoti, quel nostro futuro che va invece protetto e preservato. Da cosa? Non è difficile. Dalle droghe, dall'alcol, dal vuoto dei valori, dalla pornografia e dai video dei rapper che riducono la vita a macchine costose, catene d'oro e donne da trattare come un bell'oggetto da possedere ed esibire. E il sesso solo come un esercizio testosteronico, svincolato da qualsiasi legame al benché minimo sentimento.
Difficile? Certo non facile, ma essenziale per non avere un'intera generazione di ragazzi sulla coscienza. Ammesso che anche la coscienza sia sopravvissuta e non sia ormai solo un polveroso ricordo del passato da cacciare nello sgabuzzino.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.