Prima la Turchia, poi “Gomorra”, fino a David Cronenberg. Denise Capezza è considerata l’astro nascente del cinema italiano e non potrebbe essere altrimenti. Dal piccolo al grande schermo, l’attrice napoletana si è sempre messa in gioco, passando dalla Giuseppina di “Bang Bang Baby” alla performer sui generis di “Crimes of the future”. Oltre la bellezza c’è di più, è lapalissiano. Premiata con il Premio Rivelazione al Lucca Film Festival, la giovane interprete si è raccontata ai nostri microfoni.
Ha iniziato a recitare da giovanissima, con tanto di tappa in Turchia…
“Io ho iniziato come ballerina a 4 anni, con danza classica e contemporanea. A 18 anni ho avuto un incidente al ginocchio e sono stata ferma per un anno. In quell’anno mi sono avvicinata alla recitazione, che volevo già fortemente fare da piccola. Mi sono iscritta a un corso di recitazione, ho iniziato a studiare e poi, a 21 anni, sono stata scelta per una serie televisiva turca”.
Un’esperienza durata quattro anni…
“Dovevo restare solo otto mesi, ma tra una cosa e l’altra sono rimasta quattro anni. Dopo la prima serie televisiva – incentrata sul traffico di esseri umani - ho fatto altri progetti lì”.
Poi “Gomorra”, il primo vero banco di prova…
“In Italia assolutamente sì. Mentre ero in Turchia, la mia agenzia mi ha proposto il provino per ‘Gomorra’. Sono tornata in Italia per farlo, mi hanno scelta e sono rimasta in Italia. Non avevo fatto praticamente nulla nel mio Paese, ‘Gomorra’ è stata il pretesto di qualcosa che avrei voluto fare. E poi sono arrivati gli altri progetti come ‘Bang Bang Baby’ con Amazon Prime, tra poco sarò protagonista su Rai 1 nella serie ‘Vincenzo Malinconico - Avvocato d'insuccesso’, poi su Sky nella serie ‘Unwanted’”.
È stata scelta per “Crimes of the future” di Cronenberg: che esperienza è stata?
“È stata un’esperienza artisticamente molto gratificante. Ho interpretato un personaggio fuori dall’ordinario nel mondo di Cronenberg, che ha un modo molto originale e molto personale di reinventare la natura dell’essere umano. È stato un viaggio intenso, molto bello, con un grande rispetto nei confronti dell’attore. E non posso non citare la grande umanità di Cronenberg, con la sua calma che ti fa riappacificare con te stesso (ride, ndr). Un’esperienza davvero straordinaria”.
Una critica o una maldicenza che le ha fatto male?
“Ho le spalle abbastanza forti. Ho imparato nel tempo a fare uso delle critiche positive e ad accantonare le quelle che non servono a niente. Posso dire che la difficoltà estrema è ancora l’affermazione del talento. Viviamo in una società in cui l’apparenza sembra essere l’unica e sola verità. Dovremmo scardinare l’apparenza per fare affermare il talento. Bisogna cambiare sempre, è questa la gioia del nostro mestiere. Credo che con il tempo e con la tenacia sarà possibile abbattere i muri, ma oggi è ancora estremamente difficile. La cosa più importante è fare bene il proprio lavoro e farsi apprezzare per quello”.
Lei ha scelto sempre progetti diversi, infatti...
“Mi capiterà di recitare in romano, mi piacciono i dialetti, le lingue. Mi piace cambiare totalmente e mi piacerebbe anche affrontare personaggi in cui l’estetica non conta nulla”.
Che rapporto ha con la femminilità?
“È una componente dell’essere donna, non è necessario mortificarla. Può essere utilizzata su più livelli, e non su un livello svilente. Non ci trovo nulla di male a recitare personaggi sensuali, mi è capitato spesso: il personaggio di ‘Baby’ o di ‘Gomorra’. E ancora, il personaggio di ‘Crimes of the future’: personaggi con una sensualità espressa su più livelli. Io con il mio corpo ho un rapporto molto libero, mi piace anche cambiarlo per i personaggi”.
Il cinema di oggi valorizza le donne? O i ruoli sono ancora un po’ troppo stereotipati?
“Secondo me bisognerebbe lavorare su questo soprattutto nel cinema. Nella serialità questa rivoluzione sta avvenendo, si sta puntando di più su ruoli più femminili. Penso a ‘L’amica geniale’ e ai prodotti in cui la figura femminile è messa al centro: si sta lavorando molto. Discorso diverso per il cinema, dove i ruoli sono ancora targettizzati: la bella, la dolce, la moglie, la santa o la prostituta. Ma il cinema dovrebbe parlare di contrasti: le cose non sono bianche o nere. Chi coglie la sfumatura, fa qualcosa di interessa”.
Con chi le piacerebbe lavorare in futuro?
“Mi piacerebbe lavorare con Michael Haneke.
Ho visto recentemente ‘La pianista’, magnetico nel suo modo di raccontare le storie. Ma anche in Italia ci sono registi fantastici: ho visto recentemente ‘La terra dei figli’ di Cupellini. Penso anche a Pietro Marcello e ai fratelli D’Innocenzo”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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