Una piccola storia dentro la grande Storia. E Bonaparte incontrò di nascosto "la polacca"

Pubblicato un manoscritto rimasto fino a oggi tra le carte di Piero Chiara

Una piccola storia dentro la grande Storia. E Bonaparte incontrò di nascosto "la polacca"

Federico Roncoroni era il più grande amico di Piero Chiara. Il primo era di Como. Il secondo di Luino. Gente di lago, di compagnia, di storie da raccontare e, se c'era tempo, anche da scrivere.

Chiara, uno dei più straordinari raccontatori di storie del nostro secondo '900, conobbe Roncoroni negli anni Sessanta: aveva bisogno di un giovane latinista per rinfrescare la traduzione del Satiricon di Petronio, e trovò la persona giusta. Federico Roncoroni, venticinquenne, accettò il lavoro, e rimase per tutta la vita vicino a colui che all'inizio sentì come un maestro, poi un amico e, infine, lo scrittore del quale custodire la memoria. Alla morte di Chiara, nel dicembre 1986, il 31, Roncoroni ne divenne l'erede testamentario. Fu lui a custodirne il patrimonio letterario. Un tesoro da cui, di volta in volta, pescava un racconto dimenticato, una pagina manoscritta, un breve testo inedito. Plaquette e libricini che i lettori di Chiara conoscono bene. Poi, a gennaio di quest'anno, il 31, è mancato anche Roncoroni. Ma prima di andarsene ha regalato a due suoi cari amici, Francesca Boldrini e Carlo Cattaneo, di Luino, grandissimi collezionisti di «cose» di Chiara, un breve racconto, rimasto fra le carte dello scrittore, sapendo che ne avrebbero fatto buon uso. E infatti.

Oggi Francesca Boldrini, che con gli anni è diventata una delle massime esperte della vita e dell'opera di Chiara, ha deciso di curare il racconto, dargli un titolo (cosa che l'autore non aveva fatto), e pubblicarlo in un libricino stampato dalla tipografia Nastro di Luino in occasione del loro 50° anniversario di matrimonio. Auguri.

Ed eccolo il racconto: In gran segreto, ovviamente dedicato alla memoria di Federico Roncoroni. Pochi fogli scritti durante una vacanza all'isola d'Elba nel luglio 1971 - soggiorno all'Hotel del Golfo, a Procchio, da sempre frequentato da letterati e artisti - in cui si narra l'arrivo di Napoleone all'Elba, nel maggio 1814, e l'incontro con la contessa Maria Walewska, sua amante.

Piero Chiara non nutriva particolare simpatia per Napoleone. Nel 1975 in una puntata della rubrica «Sali e tabacchi» che teneva sul Corriere del Ticino tirerà in ballo persino Gadda per rievocare la «buffonesca» incoronazione di Napoleone a re d'Italia. Ma visitando i luoghi napoleonici sull'isola rimase colpito dall'episodio dell'incontro tra l'Imperatore e la contessa polacca Maria Walewska (1786-1817), la quale approdò con il loro figlio Alessandro a Portoferraio per una fugace visita all'uomo che aveva amato e profondamente ancora amava.

A Piero Chiara non interessava la grande Storia, ma le piccole storie in cui scovare le passioni più struggenti, le fragilità meno immaginabili, gli atti di sensibilità più reconditi. I temi congeniali per ricavare uno dei suoi racconti impeccabili. Tanto più perfetto oggi, a duecento anni dalla morte di Napoleone.

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