Una storia che avrà strascichi legali. La giocatrice di pallavolo Lara Lugli, come rivelato dalla Gazzetta dello Sport, in un post su Facebook ha denunciato il contenzioso che la vede contrapposta al club in cui militava nella stagione 2018/2019 nel campionato di Serie B1: il Volley Pordenone. «Rimango incinta e il 10 marzo 2019 comunico alla società il mio stato e si risolve il contratto», così la giocatrice, rendendo noto che, purtroppo, il mese successivo avrebbe perso il bambino a causa di un aborto spontaneo. In seguito, la stessa avrebbe chiesto al club di saldare lo stipendio di febbraio (mille euro, ndr) «per il quale avevo lavorato e prestato la mia attività senza riserve». In risposta al decreto ingiuntivo, sarebbe arrivata una citazione per danni. Il Volley Pordenone ha fatto ieri alcune precisazioni sulla vicenda. «Come da contratto, che ricordiamo essere stato predisposto dall'atleta stessa e dal suo agente, si prevedeva l'immediata cessazione del rapporto in caso di gravidanza. Lo stesso contratto aveva al suo interno clausole che prevedevano addirittura delle penali in caso di cessazione del rapporto. Clausole che non abbiamo voluto esercitare perché non pareva opportuno farlo. Nessuno dunque ha citato per danni la Lugli. È stata la stessa atleta a chiedere e ottenere un decreto ingiuntivo perchè ritiene di avere dei crediti. Ci siamo sentiti traditi e abbiamo fatto l'unica cosa possibile: difenderci avvalendoci delle clausole contrattuali predisposte da lei stessa e dal suo procuratore. E non crediamo che la gravidanza sia un danno».
Il sindacato giocatori esprime sostegno alla Lugli, Giorgio De Togni, presidente dell'Associazione italiana Pallavolisti ritiene «vergognosa la richiesta danni», Assist Associazione Nazionale Atlete scriverà al premier Draghi e al presidente 1 del
Coni Malagò. «Non mi aspettavo che succedesse nello sport», così l'oro olimpico 2012 nel tiro a volo Jessica Rossi. «Vicenda che suscita rabbia, donne non tutelate», il pensiero della campionessa di tuffi Tania Cagnotto.
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