Bin Salman e il progetto della dittatura nel pallone

Lo sgarbo all'Argentina nel debutto in Qatar non è un caso isolato, ma fa seguito alla scalata del Newcastle (terzo) in Premier League e alla candidatura per ospitare il Mondiale del 2030

Bin Salman e il progetto della dittatura nel pallone

Lo sgarbo all'Argentina nel debutto in Qatar non è un caso isolato, ma fa seguito alla scalata del Newcastle (terzo) in Premier League e alla candidatura per ospitare il Mondiale del 2030. Con il calcio il gigante saudita fa sul serio e lo dimostra anche il solido progetto avviato tre anni fa con il francese Hervé Renard in panchina, giustiziere degli argentini ieri e già capace di vincere la Coppa d'Africa con Zambia e Costa D'Avorio, oltre a portare il Marocco al Mondiale nel 2018. Oggi in Arabia Saudita sarà festa nazionale per celebrare il successo sulla Seleccion, come annunciato da Re Salman.

A Riad e dintorni il calcio sta prosperando anche grazie alle risorse illimitate dal punto di vista economico, che negli ultimi anni hanno visto affacciarsi a quelle latitudini ex stelle del palcoscenico europeo come Banega, Vietto e Quaison. Non solo tantissimi soldi, ma anche un'attenta pianificazione varata dal direttore tecnico Ioan Lupescu, che ha stilato «Le nostre tattiche per il domani» per portare la Nazionale tra le prime 20 del ranking Fifa rispetto al cinquantunesimo posto attuale.

Tra le priorità c'è il lancio di un percorso di formazione per gli allenatori, il potenziamento dei settori giovanili grazie ai nuovi centri di allenamento federali e quasi cinquanta competizioni giovanili in tutto il Paese. Il pallone saudita nel proprio continente è protagonista già da alcune stagioni, come dimostrano le imprese dell'Al Hilal, laureatosi campione d'Asia nel 2019 e nel 2021 (7 sauditi titolari). Sullo sfondo restano gli ammiccamenti al calcio europeo.

Non solo nel giro di un anno il Newcastle è passato dalla zona retrocessione alla zona Champions, ma a gennaio 2023 a Riad andranno in scena prima la Supercoppa spagnola e poi quella italiana. Sullo sfondo restano le profonde criticità sul piano dei diritti umani e la politica dettata dal discusso Mohammed bin Salman. Siamo alle solite, il ritornello è quello già ascoltato in Qatar.

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