Bufera in Lega Serie A, arrivano le dimissioni di Dal Pino: ecco cosa è successo

Dopo due anni Dal Pino lascia la presidenza della Lega Serie A. Intanto i rapporti tra i club e la Figc si fanno sempre più tesi

Bufera in Lega Serie A, arrivano le dimissioni di Dal Pino: ecco cosa è successo

Paolo Dal Pino ha ufficializzato, con una lettera ai 20 club di Serie A, le sue dimissioni da presidente della Lega Serie A.

La decisione arriva dopo la bufera scoppiata in Lega con la Figc, che tramite il presidente Gravina aveva lanciato un ultimatum per far adeguare lo statuto ai principi informatori del Coni incrementando una spaccatura ormai inesorabile.

"In gennaio ho trasferito in California il centro della mia vita professionale e familiare. È pertanto impossibile continuare nel mio ruolo di Presidente della Serie A", si legge nel testo della lettera inviata da Dal Pino, riporta l'Ansa.

Due anni di mandato, contraddistinti da enormi difficoltà di gestione della Serie A, travolta dalle problematiche legate al Covid. Tuttavia l'impegno e la dedizione del manager milanese non sono mai mancate: "Ho provato a proporre idee e innovazione in un contesto resistente al cambiamento. Sono orgoglioso di aver lavorato con una strettissima unità di intenti con la FIGC e ringrazio il Presidente Federale Gabriele Gravina, gentiluomo, amante di questo sport e guida ispirata del calcio italiano e dei principi di correttezza e lealtà sportiva con cui ho condiviso due anni di battaglie fianco a fianco per sopravvivere alla pandemia e per cercare di rilanciare il calcio italiano in mezzo ad infinite difficoltà esterne ed interne...", afferma Dal Pino nella lettera.

La scelta, maturata a inizio gennaio è stata soltanto rinviata di qualche settimana proprio per gestire la difficile fase di inizio anno con le partite rinviate per covid e la riduzione della capienza degli stadi a 5 mila spettatori.

La ricostruzione

La svolta arriva dopo un lungo impasse che ha portato al cortocircuito i rapporti tra le diverse componenti del calcio italiano. Di fatto il Coni chiede alle Federazioni di adeguarsi ai principi informatori, che prevedono la maggioranza semplice, e non qualificata, per le delibere.

Può sembrare una questione burocratica e di poca sostanza, ma non lo è. Ad esempio con le norme ora in vigore servono 14 voti su 20 per modificare la gestione dei diritti televisivi d’archivio e la gestione della produzione video delle partite. Il risultato è che le big (Inter, Milan, Juve e Napoli su tutte) grazie ad alleanze con altri club sono finora sempre riuscite a gestirli in proprio, opponendosi all'ipotesi di una gestione collettiva, caldeggiata dai piccoli club.

La Figc ha chiesto lo stesso alle Leghe, trovando la resistenza della Serie A, mentre la B e la C si sono già adeguate. Adesso Lega Serie A avrà a disposizione fino al 15 febbraio prossimo per adeguare il proprio statuto ai principi informatori stabiliti dal Consiglio federale della Figc lo scorso novembre.

Una volta scaduto il termine la Federazione sarà pronta a procedere col commissariamento. Lo ha assicurato il presidente federale Gravina, in una risposta inviata all'ad della Lega, Luigi De Siervo, che chiedeva una proroga fino a quella data per consentire alle società di trovare un accordo sulla questione.

Tra i club c'è chi ha optato per la linea dura (Lazio, Fiorentina, Samp, Verona, Atalanta, Udinese, Napoli, Inter, Cagliari), chi si è astenuto (Sassuolo, Empoli, Venezia, Juve) e chi, invece, si è schierato a favore di Gravina (Milan, Roma, Bologna, Salernitana, Torino, Genoa, Spezia).

Intanto balla ancora la questione dei ristori per i mancati incassi, con Dal Pino che a metà gennaio aveva scritto al governo. La spaccatura tra la Federcalcio e i club di Serie A è sempre più profonda.

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