Proteste veementi, frasi irrispettose, fare minaccioso e un'espressione gravemente offensiva. Le motivazioni della sentenza del giudice sportivo avranno mandato di traverso l'attesa del derby di Antonio Conte, costretto a fare i conti con il finale di partita infuocato vissuto a Udine con l'arbitro Maresca e uno zero a zero indigesto.
Per l'allenatore interista due giornate di squalifica e venti mila euro di multa: non sarà in panchina per le sfide contro Benevento e Fiorentina, tornerà il 14 febbraio contro la Lazio perché l'Inter non farà ricorso come confermato anche dall'ad Beppe Marotta. «Sei sempre tu, Maresca, sei sempre tu. Anche al Var, sei sempre tu» aveva urlato Conte all'indirizzo dell'arbitro, ma gli animi non si sarebbero raffreddati nemmeno fuori dal campo, viste e lette le ragioni del giudice Gerardo Mastrandrea: «Le frasi irrispettose nei confronti del direttore di gara proseguivano anche dopo il provvedimento di espulsione» e «nel tunnel che adduce agli spogliatoi, il tecnico affrontava l'arbitro con fare minaccioso, urlandogli un'espressione gravemente offensiva». Punito anche il team manager Lele Oriali, costretto a scontare una giornata di squalifica (con 5 mila euro di ammenda) «perché al termine della gara, reiterando le proteste anche dopo l'ammonizione, raggiungeva il direttore di gara urlandogli frasi irrispettose».
Lontano dal campo, invece, ieri gli agenti di Lautaro Martinez hanno fatto capolino a Milano e hanno incontrato la dirigenza nerazzurra per discutere del rinnovo del contratto, in scadenza nel 2023. Sulla carta c'è l'intenzione di proseguire assieme, ma non c'è intesa economica e forse non può esserci viste le pretese alte dell'argentino e la situazione di forte difficoltà per Suning, che a giorni dovrebbe ricevere un'offerta da Bc Partners. Si vocifera, al massimo entro una settimana.
Fatto sta che la crisi di liquidità incombe, la famiglia Zhang non può permettersi di far lievitare i costi e lo testimoniano gli accordi trovati già da tempo con i difensori De Vrij e Bastoni, ma non ancora formalizzati. Per adesso ci sono le strette di mano, ma l'orizzonte temporale rimane ristretto e ci si muove con i piedi di piombo. E non potrebbe essere altrimenti.
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