Roma Mai nessuna squadra in Europa aveva finora perso tre partite di Champions nelle ultime dieci stagioni con un passivo di più di sei gol. Questo record negativo se lo è guadagnato la Roma, bastonata dallo United nell'aprile 2007 (7-1 quando c'era Spalletti in panchina), dal Bayern Monaco nell'ottobre 2014 (7-1 all'Olimpico) e dal Barcellona martedì (6-1 al Camp Nou).E se la débâcle inglese fu sì dolorosa ma arrivò ai quarti di finale, le ultime due - giunte sotto la guida tecnica di Garcia - sono state rimediate nei gironi di qualificazione. Che il Barça e i bavaresi siano squadre stellari non lo scopriamo certo oggi, così come è indubbio che la Roma sia lontana anni luce dalle corazzate di Luis Enrique e Guardiola. Ma ciò che emerge dalla serata da incubo del Camp Nou è che Garcia non abbia il software giusto per queste grandi partite. O le carica troppo o non le carica proprio, verrebbe da dire, sbaglia tutto quello che si può sbagliare, la difesa e la copertura della difesa sono inesistenti. Raramente abbiamo visto gare europee della Roma buone o quanto meno sufficienti nell'era del tecnico francese: su 15 sfide continentali da quando è sulla panchina giallorossa, Garcia ne ha vinte solo tre, ma quel che più balza all'occhio è il numero di gol subiti (36), una media di quasi due reti e mezzo a partita. Che sale a oltre tre se consideriamo solo la stagione in corso e addirittura a quasi 5 guardando le tre partite giocate in trasferta. Insomma, di quella grinta vista in campionato non c'è traccia in Europa. Anche se pure in Italia, quando si alza l'asticella, non sempre c'è stata la Roma migliore.«Otro festival», il titolo del quotidiano spagnolo Sport che celebra il nuovo trionfo blaugrana e quasi sbeffeggia la Roma battuta con un punteggio tennistico. «Basta figuracce, è inaccettabile, ora vietato sbagliare con il Bate», ha tuonato dagli Usa il patron Pallotta. Un concetto che verosimilmente sarà stato ribadito dal ds Sabatini al tecnico francese nel confronto a caldo tenutosi nel garage del Camp Nou accanto al pullman della squadra. Il dirigente giallorosso ha chiesto anche conto a Garcia dei motivi dell'ennesimo cedimento mentale della squadra. L'immagine più significativa della serata catalana è quella di Dzeko che si batte da solo per poi guardarsi intorno come a chiedersi: «Dove siete finiti tutti?». Senza dimenticare il messaggio di Maicon, uno dei veterani, subito dopo il triplice fischio finale: «Sei gol presi sono anche pochi, potevamo prenderne di più, abbiamo pensato solo a difenderci».Eppure Garcia, nella pancia del Camp Nou, aveva minimizzato, facendo probabilmente arrabbiare ancora di più i suoi «superiori»: «Non c'è paragone tra questa sconfitta e quella dell'anno scorso con il Bayern. A Barcellona serviva un miracolo per vincere, e non è successo: loro sono un'armata invincibile, per fortuna con il pari tra Bate e Bayer, il futuro è nei nostri piedi». Non una parola sugli errori e le mancanze della Roma (un numero su tutti, gli appena 12 falli commessi segno di una resa incondizionata, ndr), una Roma che «rischia» in caso di vittoria sul Borisov di accedere agli ottavi con almeno 16 reti al passivo, un'impresa al contrario mai riuscita a nessuno.
Rudi Garcia, la cui stagione era iniziata sul filo del rasoio dopo la turbolenta estate e scivolata anche fuori dal podio in campionato, ora rischia grosso. Si giocherà tutto nelle ultime 5 partite del 2015. Il francese non può più sbagliare, la società - pure ostaggio di un contratto con il tecnico fino al 2018 - è pronta a voltare pagina se le cose peggioreranno ancora.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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