Allenatore del Sion e in passato tecnico anche del Lugano, Paolo Tramezzani è un conoscitore di prima mano del calcio svizzero. Attualmente in ritiro vicino a Novara con la sua squadra, l'abbiamo raggiunto per avere un parere sulla sfida di domani sera dell'Italia contro gli elvetici.
Tramezzani, che partita sarà?
«Difficile come sempre contro la Svizzera, ma l'Italia resta comunque favorita per vari motivi. Il primo è che gioca in casa ed è senza dubbio un vantaggio ambientale, poi perché anche loro avranno diverse assenze di peso e non solo gli Azzurri. Mancheranno infatti Xhaka, Seferovic, Embolo, Zuber ed Elvedi, tutti protagonisti all'Europeo».
Rimane una sfida dura, però.
«Sì, anche all'Europeo il 3-0 era stato un risultato un po' bugiardo, a dire il vero, fu un incontro più equilibrato di quanto potrebbe dire un punteggio così severo. Infatti a settembre, poche settimane dopo, è finita 0-0».
Che squadra è la Svizzera?
«Un gruppo impostato bene sul collettivo, pur avendo delle eccellenti individualità come Xhaka, Seferovic o Elvedi, giusto per citarne qualcuna. Io l'ho incontrata tre volte quando ero vice di De Biasi con l'Albania e per tre volte abbiamo perso, purtroppo. Punta molto sulle ripartenze e l'Italia deve stare attenta soprattutto a non concedere spazi dietro e in generale a non distrarsi».
Ogni volta nei pronostici gli elvetici non vengono mai considerati, e poi son sempre lì.
«Ripeto, è il senso del collettivo sopra le individualità. Il lavoro che ha fatto Petkovic per cinque anni, prima di lasciare la panchina a Yakin, è stato fantastico: ha creato un blocco fisso accanto a cui vengono inseriti piano piano anche tanti esordienti. Sono stati fatti degli investimenti robusti sia sulle strutture in sé che proprio sui settori giovanili. In tal senso la Federazione ha seguito un po l'esempio della Germania, che ha lavorato tanto a partire dai ragazzini».
Come giocherà secondo lei l'Italia?
«Credo che partirà fin da subito all'attacco facendo prevalere le sue migliori qualità a centrocampo: Jorginho, Locatelli e Barella non è che li abbiano in tanti, ad essere sincero. Non so chi schiererà Mancini come centravanti, ma secondo me cambia poco. Penso che gli Azzurri imposteranno una gara d'attacco, anche perché del resto assomiglia molto a uno spareggio».
C'è qualche giocatore svizzero poco conosciuto che consiglierebbe ai club italiani?
«Il difensore centrale Cömert, che ho avuto al Lugano e adesso è al Basilea: ha 23 anni, ma tantissima personalità».
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