Mondiali di ciclismo: sorpresa Kwiatkowski, delude l'Italia

Con un'azione solitaria partita a 6 km dal traguardo, Kwiatkowski sorprende i favoriti e si laurea campione del mondo a Ponferrada. Con lui sul podio Gerrans, secondo, e Valverde, terzo. L'Italia corre da padrona, ma scompare nel finale. Colbrelli è il migliore nei nostri, tredicesimo

Kwiatkowski celebra la vittoria più importante della carriera
Kwiatkowski celebra la vittoria più importante della carriera

La prova elite dei Mondiali di Ponferrada comincia sotto la pioggia. Nei primi chilometri sono diversi i corridori di nazionali di secondo piano a tentare la sortita e in quattro riescono ad avvantaggiarsi sul gruppo; si tratta del colombiano Quintero, del lituano Savickas, dell'ucraino Polivoda e del croato Kvasina. Il poker di attaccanti non preoccupa nessuna delle Nazionali favorite e così il vantaggio comincia a crescere rapidamente. La strada bagnata è insidiosa e in coda al plotone ne fanno le spese tre atleti: il russo Kolobnev, il lituano Navardauskas e Nibali finiscono a terra, senza conseguenze. Quando il divario fra i fuggitivi ed il gruppo arriva a sfiorare i 15 minuti, è la Polonia in blocco a piazzarsi in testa e aumentare l'andatura, fino a quel momento piuttosto blanda.

Il meteo resta variabile, ha smesso di piovere e il sole si affaccia di tanto in tanto ad asciugare l'asfalto, ma intorno al percorso rimangono minacciose le nuvole scure. Il lavoro della Polonia riduce costantemente il gap dagli attaccanti, portandolo a circa 9 minuti quando all'arrivo mancano un centinaio di chilometri. L'impressione, però, è che la formazione polacca abbia cominciato a tirare troppo presto, spremendo i suoi uomini quando la corsa non è ancora entrata nella fase calda. Ricomincia a piovere forte, l'ammiraglia della Norvegia esce fuori strada e centra un albero, tutti gli occupanti vengono portati in ospedale ma le loro condizioni non dovrebbero essere gravi. Le maglie azzurre dell'Italia si portano a ridosso della Polonia, che rimane davanti a tutti. Il ritardo dai fuggitivi è stato ridotto a 4 minuti.

Il piano del ct Cassani prevedeva corsa dura da lontano, e a 80 km dalla conclusione l'Italia entra in azione con Bennati che impone il ritmo. Dopo Bennati tocca a De Marchi per qualche chilometro, poi nel primo tratto di salita il forcing di Fabio Aru frantuma il plotone in tanti gruppetti. Davanti, intanto, Quintero si libera dei compagni di fuga e allunga da solo. In pochi resistono alla progressione di Aru, fra questi c'è Visconti che poi se ne va insieme a Kennaugh e in testa si forma un terzetto con Quintero. Poco a poco sui primi si riportano altri corridori, fra cui Albasini, Geschke e Boasson Hagen. Il gruppetto al comando è composto da 12 atleti, che hanno un vantaggio di 20'' sul gruppo. L'Australia, senza uomini davanti, organizza l'inseguimento. Smette di piovere, Chris Froome si ritira a 40 km dall'arrivo. Il gruppo ricuce il divario e Visconti accelera di nuovo, ancora tallonato da Kennaugh. Molto attiva l'Italia: Visconti viene ripreso e parte subito De Marchi, con lui ci sono Gautier e Andersen. Il terzetto costruisce subito un gap di 30'' sul plotone. L'azzurro fa segno ai compagni di fuga di aspettare Kiryienka, attardando di poche decine di metri. L'onere dell'inseguimento è tutto sulle spalle di Spagna e Belgio. Il quartetto è ripreso ai -6 da Kwiatkowski, che subito rilancia l'azione e allunga in solitudine; alle sue spalle si muovo i big: Valverde, Rodriguez, Gilbert e Van Avermaet. Più indietro gli Azzurri.

Il margine guadagnato da Kwiatkowski è buono, il Polacco si difende bene nel tratto in discesa e poi negli ultimi due chilometri di pianura e non viene più ripreso. Arriva sul traguardo con le braccia al cielo, precedendo di pochi metri gli inseguitori. Il nuovo campione mondiale è lui.

Piazza d'onore per l'australiano Gerrans, terzo il corridore di casa Valverde. L'Italia, dopo una corsa da protagonista, manca proprio nel finale: alla luce di quanto fatto, il 13° posto di Colbrelli - primo fra gli Azzurri - è deludente.

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