Sulla casa di Montecarlo In procura i documenti E tra poco parla Frattini

Trasmesse al capo della procura di Roma le carte che le autorità di Santa Lucia hanno inviato alla Fernesina. I documenti attribuirebbero a Tulliani la titolarità delle società off shore che hanno comprato la casa. Fini insiste: "Giancarlo mi ha assicurato che lui non c’entra"

Sulla casa di Montecarlo 
In procura i documenti
 
E tra poco parla Frattini

Roma - E' arrivata la resa dei conti. Presto sarà svelata la verità sulla proprietà della casa di Montecarlo che inguaia il presidente della Camera, Gianfranco Fini. Sono state trasmesse al capo della procura di Roma, Giovanni Ferrara, le carte che le autorità di Santa Lucia hanno inviato alla Fernesina. Ora il leader di Futuro e Libertà, che il 25 settembre scorso aveva promesso agli italiani che si sarebbe dimesso nel momento in cui fosse venuto fuori che il proprietario dell'immobile fosse il "cognato" Giancarlo Tulliani, è appeso ai documenti spediti dal paradiso fiscale caraibico. E tra poche ore se ne parlerà al Senato. Sarà il ministro degli Esteri Franco Frattini a rispondere, giovedi mattina, all’interrogazione urgente presentata dal senatore del Pdl Luigi Compagna sulla proprietà della casa di Montecarlo. I lavori cominciano alle 10 e l’interrogazione di Compagna, che riguarda l’invio dei documenti alla Farnesina dall’isola caraibica di S. Lucia, è la prima in calendario.

Le carte sull'appartamento di Montecarlo Le carte, anticipate nei giorni scorsi dal Giornale, sono nelle mani della procura. Al vaglio dei pm l'affaire sull’immobile di Montecarlo che An ha ceduto nel 2008. Documenti scottanti che attribuirebbero a Giancarlo Tulliani, fratello della compagna del presidente della Camera, la titolarità delle società off shore (la Printemps ltd e la Timara ltd) che nel giro di qualche mese hanno comprato la casa di boulevard Princesse Charlotte. Si tratterebbe di quattro paginette scritte in inglese che ora i magistrati faranno tradurre. Nel primo foglio inviato alla Farnesina, il ministro della Giustizia di Santa Lucia dà conto dei risultati di alcune investigazioni avviate per fare luce sulla reale proprietà delle due società.

L'accusa di truffa aggravata A piazzale Clodio fanno subito sapere che non si tratta di documenti sollecitati dagli inquirenti che a fine ottobre avevano già chiesto l’archiviazione per Fini e il senatore Francesco Pontone, ex tesoriere di An, dall’accusa di truffa aggravata. "Una volta tradotto il documento - spiegano in procura - faremo le nostre deduzioni che saranno sottoposte al vaglio del gip, ferma restando la nostra impostazione". Nel motivare la richiesta di archiviazione, i pm conclusero che non erano emerse azioni fraudolente "giacché nessun artifizio o raggiro si rilevava nella condotta di alienazione dell’immobile". La questione, a parere di chi aveva indagato, poteva al massimo essere estesa in sede civile perché l’immobile sarebbe stato venduto a un prezzo tre volte inferiore al valore di mercato e perché Fini, quale presidente e titolare dei beni del disciolto partito, non può rivestire giuridicamente, allo stesso tempo, il ruolo di truffatore e truffato. Il 2 febbraio, il presidente dei gip Carlo Figliolia ha fissato la camera di consiglio per pronunciarsi sulla richiesta dei pm, cui si sono opposti i legali della Destra di Storace e quelli di un gruppo di militanti di un circolo di An di Domodossola. 

La questione morale Nel frattempo Fini non si sbottona. Conferma la sua tesi: Tulliani è estraneo dalla proprietà delle società che hanno acquistato l'appartamento. Lo va giurando ormai da mesi. "Giancarlo mi ha assicurato che lui non c’entra nulla con quelle società - assicura il presidente della Camera in un'intervista alla Stampa - l’ho 'strizzato', ho cercato in tutti i modi di farmi spiegare come stiano le cose e devo credergli". Ora le carte saranno portate in aula se ci sarà (e ci sarà) un’interrogazione parlamentare. "Non era stato lui a dire che se fosse stata provata questa circostanza si sarebbe dimesso? - avrebbe detto ieri sera il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, conversando con il suo entourage - eccolo servito, si accomodi e mantenga la parola se ha onore". Torna, infatti, centrale la questione morale.

Seppur salvato dai pm con l'archiviazione dalle accuse di truffa aggravata, ora il leader di Fli dovrà rispondere agli italiani. Qualora la casa di Montecarlo dovesse rivelarsi di Tulliani, allora Fini sarà costretto a mantenere la propria promessa.  

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