Non è ancora stata scritta la parola fine sul caso doping che vede coinvolto Jannik Sinner. Dopo aver vinto gli Us Open e aver rafforzato il primo posto in classifica, il tennista altoatesino pensava di poter festeggiare il definitivo proscioglimento dalle accuse di doping riguardanti il caso del Closteblol: secondo il Corriere della Sera infatti la Wada e la Nado avevano rinunciato a fare ricorso contro la decisione dell'agenzia tennistica, chiudendo di fatto la vicenda. Poi però è arrivata la smentita.
Secondo quando apprende LaPresse, non è ancora scaduto il tempo a disposizione dell'agenzia mondiale antidoping per presentare ricorso contro l'assoluzione dell'azzurro, decisa dall'International Tennis Integrity Agency (Itia) dopo la sua positività riscontrata in due controlli a marzo, durante il torneo di Indian Wells. La Wada, infatti, ha chiesto ulteriore documentazione all'Itia relativa alla decisione sul caso Sinner. E un comma dell’articolo 13.2 del Codice Antidoping della Wada, il 13.2.3.5, riconosce all'agenzia la possibilità di far decorrere i 21 giorni entro cui poter presentare ricorso dal momento in cui ha ricevuto la documentazione aggiuntiva.
Contattato oggi da LaPresse sul caso Sinner, il Tas ha fatto sapere che "al momento in cui scriviamo, il Tribunale arbitrale dello Sport non ha registrato alcun ricorso da parte della Wada in relazione a questa questione. Il Tas non può esprimersi sul termine per presentare ricorso e se sia scaduto o meno. Solo l'organismo che ha emesso la decisione può confermare se la scadenza è trascorsa". Stando a quanto apprende LaPresse, la Wada ha al momento ancora 10 giorni di tempo per presentare ricorso al Tas. I tempi potrebbero ulteriormente allungarsi qualora la Wada presentasse nuova richiesta di documentazione sul caso.
Se la Wada decidesse di fare ricorso poi il Tas dovrebbe per forza avviare il processo ma, tra comunicazioni e passi burocratici, passerebbero mesi prima della sentenza. C'è da aggiungere che, in ogni caso, la sentenza si potrebbe successivamente impugnare attraverso il Tribunale Federale Svizzero ma è un'evenienza quasi impossibile visto che già raramente vengono fatti ricorsi, e anche questo relativo alla situazione del tennista italiano è tutt'ora dato come improbabile.
Tutto ha inizio poche ore dopo la vittoria del Masters 1000 di Cincinnati. La nota dell'Itia e il messaggio social di Jannik scuotono il mondo dello sport italiano il circuito tennistico. Il 10 marzo 2024 un primo test rileva la positività al Clostebol durante il torneo di Indian Wells. Un secondo test di urine, eseguito il 18 marzo 2024 ha evidenziato nuovamente un metabolita del Clostebol.
Il 4-5 aprile e 17-20 aprile arrivano le due sospensioni provvisorie per Sinner ma il tennista italiano ha fatto appello urgente immediato rivolgendosi a un tribunale indipendente nominato da Sport Resolutions (una società privata che supervisiona i casi di doping). In entrambi ha ottenuto la revoca immediata delle due sospensioni e ha potuto continuare a giocare. Il 15 agosto con un'udienza presso Sport Resolutions ha stabilito che non è stata applicata alcuna colpa o negligenza.
L'assunzione della sostanza è stata involontaria: colpa di una pomata usata dal suo fisioterapista. Stando alla ricostruzione dei fatti, è proprio la condotta del preparatore atletico Umberto Ferrara e del fisioterapista Giacomo Naldi, che avrebbe portato alla doppia positività di Sinner al Clostebol. Il preparatore avrebbe acquistato infatti a Bologna la crema proibita Trofodermin utilizzata poi a Indian Wells dal fisioterapista per curare una ferita a un dito e finita nel corpo di Jannik dopo un massaggio.
Da lì la decisione del tennista azzurro di interrompere la collaborazione con entrambi i professionisti.Le ultime due settimane sono storia nota. Sinner è dominatore assoluto agli Us Open e mette in bacheca il secondo titolo del Grande Slam. E ora attende di mettersi definitivamente alle spalle tutta questa vicenda.
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