!["Non ha barato". La rivelazione della Wada che dà ragione a Sinner](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/01/24/1737717588-azsx7evsm42zrfiiu4fy-ansa.jpeg?_=1737717588)
Con l'accordo tra la Wada e Jannik Sinner è finalmente finito un incubo per il numero uno al mondo. L'intesa prevede da parte del tennista altoatesino un periodo di sospensione di tre mesi per la violazione delle norme antidoping che nel marzo dello scorso anno lo avevano portato a risultare positivo al Clostebol, durante il torneo di Indian Wells. Un compromesso che evita a Sinner il ricorso al Tas, fissato per il 16 e 17 aprile, con il rischio di vedersi comminare una squalifica più lunga, ma che però non gli riconosce giustizia, secondo quanto sostenuto anche dall'Agenzia Mondiale Anti-Doping. La Wada ha infatti riconosciuto che il tennista altoatesino "non aveva intenzione di imbrogliare e che la sua esposizione al Clostebol non ha fornito alcun vantaggio per migliorare le prestazioni".
Secondo la Wada tutto è "avvenuto senza la sua conoscenza come risultato della negligenza dei membri del suo entourage" ma "in base al codice e in virtù del precedente CAS, un atleta è responsabile della negligenza dell'entourage". Poi la spiegazione di perché si è giunti a questa conclusione:"Sulla base dei fatti unici di questo caso, una sospensione di tre mesi è considerata un risultato appropriato. Come precedentemente indicato, la Wada non ha chiesto la squalifica di alcun risultato, salvo quella che era stata precedentemente imposta dal tribunale di primo grado. La Federazione Internazionale di Tennis e l'Agenzia Internazionale per l'Integrità del Tennis, entrambe coinvolte nell'appello della Wada, non hanno fatto ricorso contro la decisione di primo grado ed hanno entrambi accettato l'accordo di risoluzione del caso", conclude la Wada.
Insomma ricorso al Tas ritirato e caso chiuso per Sinner, che può tirare un sospiro di sollievo. Questa vicenda che era diventata una spada di Damocle sulla testa di Jannik, in maniera quasi inattesa, con inevitabili ripercussioni anche sulle prestazioni in campo. L'Itia (International Tennis Integrity Agency) aveva accolto la tesi della contaminazione involontaria (anche alla luce della quantità infinitesimale dei metaboliti della sostanza proibita rinvenuta nelle analisi) e assolto il giocatore. Dopo l'archiviazione dell'antidoping del tennis è arrivata la Wada, con una pesante richiesta di una squalifica tra uno e due anni. Secondo i termini dell’accordo, l'azzurro sconterà la sospensione dal 9 febbraio fino alle 23:59 del 4 maggio (inclusi quattro giorni già scontati lo stop provvisorio).
Poi potrà riprendere ufficialmente l’attività di allenamento dal 13 aprile. A conti fatti tornerà in campo a Roma e la partecipazione ai prossimi Slam è salva, insieme anche alla vetta della classifica mondiale. Poteva andare davvero peggio.
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