Dopo oltre una settimana di voci e ipotesi sulle reali motivazioni che hanno messo la parola fine alla collaborazione tra Novak Djokovic e il suo ex coach, Goran Ivanisevic, che accompagnava dal 2018 il numero uno del tennis mondiale, in un'intervista esclusiva con il quotidiano serbo SporKlub è arrivata la risposta da parte dell'ex tennista croato.
Cosa ha detto Ivanisevic
Alla precisa domanda sulle ragioni di questo divorzio, Ivanisevic ha inizialmente dichiarato di aver letto molto, fiumi di parole e ipotesi sui giornali di tutto il mondo ma nessuno si sarebbe avvicinato alla verità. "Non esiste una vera ragione, la vera ragione è la saturazione", sinonimo di stanchezza, parola che pronuncia poco dopo per ben due volte quasi come a ribadire il concetto. "E lui si è stancato di me, e io mi sono stancato di lui. Non potevo più aiutarlo, ma abbiamo fatto un grosso affare", ha sottolineato. In mezzo all'intervista, il racconto di cinque anni molto difficili specialmente quando, con la vicenda Covid, Djokovic era diventato il capro espiatorio e quando accaduto in Australia è stata "una follia".
L'elogio a Djokovic
Anche se non potranno più lavorare insieme, il serbo aveva speso parole d'elogio per colui che considera un amico con l'amicizia che è "sempre stata solida come una roccia". Allo stesso modo, Ivanisevic ha raccontato quanto sia difficile chiamarsi Novak Djokovic. "Ovunque vada tutti lo guardano, tutti pensano di avere il diritto di dirgli qualcosa, di dargli un consiglio, tutti sono i più intelligenti, tutti lo aiuterebbero... È incredibile quanta pazienza, obbedienza e nervi saldi abbia...Semplicemente, è fantastico: quanto ha donato, quante persone ha aiutato... Lui è diverso", aggiungendo che "siamo amici e lo saremo sempre. Gli sono grato per la sua fiducia".
Il retroscena degli Stati Uniti
Nonostante la rottura si sia compiuta soltanto dopo la partecipazione all'ultimo torneo di Indian Wells, quanto accaduto covava già da un po' di tempo: prima la sconfitta, dura da digerie da allenatore, per mano di Carlos Alcaraz sull'erba di Wimbledon in estate ma "cancellata" dalle ottime vittorie agli Us Open e Cincinnati. Già lì "sentivo già che la fine era vicina. La questione era se alla fine dell'anno o quest'anno - dichiara Ivanisevic -. Forse avremmo dovuto farlo l'anno scorso, ma dopo gli Us Open ho subìto un intervento chirurgico al ginocchio, sono stato via per sei o sette settimane, sono tornato a Torino (Atp Finals, ndr) ma era già presente una certa fatica materiale e comunicativa…".
L'ex tennista croato racconta cosa gli ha confidato Djokovic nelle ultime settimane. "Non esiste un momento giusto, né un momento sbagliato, c'è solo un momento in cui accade", quando due persone decidono e parlano chiaramente, come hanno fatto i due.
La scelta del nuovo allenatore
Sulle voci che hanno visto il campione serbo allenarsi a Montecarlo con Nenad Zimonjic, ex ct della Serbia, Ivanisevic crede che possa essere lui il degno sostituto per allenarlo. "Conosce molto bene Novak e ha grande competenza tennistica".
E poi, in questa fase delicata all'apice della carriera, Djokovic non avrebbe bisogno di un volto nuovo perché "dopo 10 giorni impazzirebbe lasciando questo nuovo coach brancolare nel buio a chiedersi costa stia succedendo. Lui conosce già tutto, ma l'approccio di Ziki potrebbe aiutarlo. Zimonjic conosce benissimo la mentalità di Nole, hanno già lavorato insieme in Coppa Davis".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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