Roma - Una riforma delle pensioni si può fare "non nella logica di fare soldi ma nella logica generazionale". Lo ha sottolineato il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, parlando a Porta a Porta, precisando tuttavia che il sistema italiano "è un ottimo sistema che sta bene in piedi". "Lo devi fare - ha aggiunto - pensione su pensione, nella logica generazionale padri-figli". Per il ministro, "il discorso vero da fare con i sindacati è in funzione dell’età media della vita che sale". In Europa, secondo il titolare del Tesoro, "le pensioni italiane sono considerate nella media, forti e stabili. Gli italiani devono e possono essere sicuri, ma se vuoi renderle ancora più sostenibili e adatte ai tempi che cambiano - ha proseguito - devi con calma e con i sindacati ragionare sui grandi numeri dell’invecchiamento della popolazione". Il sistema pensionistico italiano, ha osservato ancora Tremonti, "è un ottimo sistema che sta in piedi bene. Le pensioni - ha tenuto a precisare il ministro non sono come l’Rc Auto che puoi cambiarla quando cambi l’auto, vanno viste da un decennio all’altro".
Epifani: ha ragione... "Tremonti ha ragione a dire che il sistema è in equilibrio. Si conferma quello che il sindacato ha sempre detto e che tanti soloni continuano invece a contestare", ha detto il leader della Cgil, Guglielmo Epifani. "C’è però ancora qualcosa da fare - ha spiegato a margine di un convegno alla Camera sul tema 'Il lavoro che cambia' - dobbiamo definire i lavori usuranti rimasti sospesi. E c’è il problema che nel futuro le pensioni per i giovani saranno troppo basse. Con il Governo Prodi era stata prevista una commissione per affrontare questi temi".
"Sul settore bancario c’è ancora molto da fare". Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, nel corso del suo intervento all’assemblea di Confcooperative, torna sui temi caldi della crisi economica globale. Secondo il ministro, infatti "molti dati indicano che gli istituti fanno finanza fine a se stessa, aumenta la raccolta ma non aumentano gli impieghi verso le imprese, aumentano gli impieghi finanziari. E questo deve essere fatto oggetto di ulteriore considerazione e attenzione da parte di tutti noi". Parlando dei bond, il ministro ha ribadito: "Non li ho inventati io ma sono stati fatti in Europa e non servono per le banche ma per le imprese. Il relativo interesse dimostrato dalle banche a utilizzarli perchè dicono che costano troppo indica il relativo grado di impegno e considerazione" dello stesso sistema bancario e anche "il fatto che, sollecitati a dicembre, stiano per prendere i bond ora indica che non c’è considerazione nel sistema finanziario".
"Cassa integrazione, segnali di rallentamento" "I dati sulle richieste di Cassa integrazione sono migliori delle drammatiche previsioni. Grazie agli accordi con le Regioni abbiamo messo da parte 1 miliardo e 300 milioni di ore di Cig e ne sono state utilizzate solo 300 milioni. Quindi non c’è stato un 'tiraggio' immediato, ma un rallentamento delle richieste", ha spiegato po il ministro.
"Italia unica con deficit sotto il 3%" Che ha rivendicato anche un altro risultato ottenuto dal governo. L’Italia è l’unico Paese tra i partner europei che, con un dato corretto per il ciclo economico, presenta un deficit sotto il 3% del Pil. Tremonti ha spiegato: "Abbiamo cercato di mettere in sicurezza i conti pubblici e l’esercizio ha funzionato. Negli ultimi dati europei la velocità di crescita del debito e del deficit è inferiore alla media e i dati italiani, corretti per il ciclo dimostrano che è l’unico Paese che sta sotto il 3%. È un dato oggettivo". Tremonti è tornato poi sulle polemiche sull’immobilismo del governo, mosse dall’opposizione: "Si può dire: devi fare di più - ha spiegato - gli altri hanno fatto di più ma hanno aumentato il loro deficit. Non per aiutare le famiglie, ma per salvare le banche".
"Sud, un dramma..." In Italia "c’è la seconda manifattura d’Europa e questo è un fattore di forza. Il dramma è rappresentato dal Meridione", ha spiegato Tremonti intervenendo all’Assemblea di Confcooperative e spiegando che il Paese diventa sempre più duale.
"Quindi bisogna fare tutti insieme una riflessione perchè non mancano i soldi nel Meridione ma un’idea di sistema. La vecchia cassa del Mezzogiorno - ha ricordato - ha assorbito 6 miliardi di euro ma ha lasciato un segno. Gli ultimi interventi hanno raggiunto i 100 miliardi ma non hanno lasciato alcun segno".
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