Gian Marco Chiocci - Massimo Malpica
Tutto il marcio (del calcio) minuto per minuto. Ecco le intercettazioni shock delle partite drogate dagli allibratori del pallone.
Cremonese-Spezia 2-2
17.10.2010. Più delle parole per Cremonese-Spezia andate su internet (www.youtube.com/watch?v=qW2KKcxc0a0). Le gesta del portiere Marco Paoloni della Cremonese sono alla base della combine. Il risultato giocato è il pari. La Cremonese è sopra 2-1 oltre il 90esimo. Nel recupero accade «una leggerezza inspiegabile - commenta la procura - che consentiva allo Spezia di cogliere un isperato pareggio con Paoloni che, in possesso di palla, inspiegabilmente ritardava di raccoglierla con le mani fino a farsela portare via da Colombo che crossava». Gol. Paoloni, non ancora intercettato ma già legato agli scommettitori, in pagella prende 3.
Monza-Cremonese 2-2
21.11.2010. Altra chicca del portierone che a tempo scaduto fa di tutto per prendere il gol del pareggio, voluto dai suoi compari. Stavolta le intercettazioni ci sono. Durante il match gli scommettitori sollevano dubbi sull’affidabilità dell’estremo. Poi però... «No, no è affidabile. Ti ricordi col Monza? Ha giocato e se l’è messa dentro lui eh?».
Cremonese-Paganese 2-0
14.1.2011. E’ la partita della vergogna. Quella dell’«avvelenamento» dei compagni di squadra da parte di Paoloni che avrebbe somministrato farmaci e tranquillanti nel the, procurando incidenti stradali, giramenti di testa, ricoveri. La scommessa (e la partita) è comunque persa, ma Paoloni è comunque affidabile per i broker del malaffare.
Spal-Cremonese 1-1
16.1.2011. Deve vincere la Spal. Paoloni coinvolge il compagno di squadra Davide Cattaneo, difensore. Va male, i «milanesi» perdono 90mila euro. Il portiere è il responsabile della debacle tanto che il «milanese» Ivan Berardi lo punta in malomodo, pretende il rimborso. «Paoloni vieni qua un attimo, ti aspetto qua, vieni che mi scoppia il cervello, la cosa va sistemata ora». Tra i giocatori «agganciati» che non vogliono coprire la perdita, secondo il bookmaker Erodiani, c'è Cattaneo. E forse Cremonesi, che sarebbe disposto a pagare. Finalmente escono i soldi e il broker Parlato rassicura Ivan: «Mi ha dato gli assegni che loro avevano dalla società (Cremonese, ndr) a garanzia del nero di fine campionato(…)». Per compensare il debito, Paoloni propone a Ivan una giocata sicura: Benevento-Viareggio.
Benevento-Viareggio 2-2
La scommessa è un «over 2,5», (almeno tre gol). E così è. Primo tempo due a zero per i toscani, Paoloni incassa due gol facendo contenti gli scommettitori incontrati segretamente il 9 febbraio. Nel secondo tempo c’è il pari. Al telefono c’è Erodiani: «Dice (Paoloni, ndr) che sono 5 le persone che lui può contattare». Compulsato il difensore Simone Malacarne. Quando arriva il gol del 2-1, Erodiani urla: «Abbiamo chiuso l'over! Hai visto? Porca troia».
Livorno-Ascoli 1-1
25.2.2011. Un bidone. Non vince il Livorno, esce un pareggio infelice. Responsabile della disfatta Vittorio Micolucci, giocatore dell’Ascoli, e il suo capitano Vincenzo Sommese, allettati con proposte da 20mila euro. Gli intercettati citano il calciatore Alex Pederzoli «avvicinato senza bisogno di Sommese» e contano sul bisogno dei soldi dei giocatori perché l’Ascoli «è prossima al fallimento, te lo dico, è proprio matematico». Avvicinano il calciatore Gianluca Tuccella al quale chiedono di convincere il difensore Vittorio Micolucci, che a sua volta contatterà Guarna, portiere bianconero. A un certo punto, annota la polizia, Micolucci, «dal campo» fa sapere «di fare la partita da solo». Riceve l’ok. «Ma almeno un rigore o un autogol devi farlo».
Benevento-Cosenza 3-1
28.2.2011. Vittoria dei padroni di casa (come da scommessa). Paoloni si muove con Sommese, la paga è 25mila euro a giocatore. Il portiere garantisce di essere in accordo per 20mila con «quattro di loro (del Cosenza, ndr). E’ tutto a posto». Gli scommettitori gongolano: «E’ sicura, puntata sicura (...). Gioca tutto quello che puoi». Nelle carte c’è un accenno al portiere del Cosenza, che vuole tutto, subito e cash. Prove della corruzione dei calabresi, però, non spuntano. Solo telefonate tra Paoloni e Raffaele Biancolino, attaccante del Cosenza calcio. Chiosa Erodiani: «Stavolta è stata facile facile».
Ascoli-Atalanta 1-1
12 marzo 2011. L’obiettivo (mancato) è la vittoria degli ospiti. I giocatori a vario titolo coinvolti sono Micolucci, e Sommese dell’Ascoli. A tre giorni dall’incontro Pirani sonda il ds del Ravenna per capire quanti ascolani siano disposti a perdere: «Per la roba nostra (Ascoli-Atalanta, ndr) penso di darti notizie positive (...) loro mi hanno già detto sì. Voglio sapere se sono due, tre, quattro». Pirani ha dalla sua Sommese, a cui dice di insistere con Micolucci, che alla fine ci sta, e si porta dietro un compagno, «un laterale». Al dunque, però, Micolucci si ritroverà solo. C’è spazio per tentare di coinvolgere Doni o Marilungo dell’Atalanta con una frase in codice, ma l’incontro finisce 1-1, anche se Micolucci, sconsolato, lascia Doni libero di segnare il gol del pareggio: «Il primo tempo anche ho fatto addirittura un paio di cazzate (…) Gesù mi vuole proprio punire».
Verona-Ravenna 4-2
27 febbraio 2011. Obiettivo raggiunto dai soliti noti più Buffone, Ds del Ravenna, che prova un approccio per pilotare il risultato direttamente con la società veneta, che però rifiuta l’accordo temendo l’ufficio indagini. L’aggiustamento della partita comincia cinque giorni prima, quando i broker chiacchierano di una serie di incontri, uno dei quali da combinare con l’aiuto di un certo «Fabio» il «bello», ex calciatore famoso. Sul tavolo c’è Verona-Ravenna: «Quella secondo me è facile facile facile (…) il Verona gli dà i soldi». Morale? Niente accordo fra società, alla fine. Il Verona vince giocando.
Taranto-Benevento 3-1
13.2.2011.C’era da fare l’over 2,5 (tre gol) e la partita farà contenti tutti. Paoloni prende tre gol secondo le scadenze previste. Nei preparativi del match Paoloni e Sommese vengono contattati dagli «zingari» (ex calciatore Mauro Bressan su tutti) e la discussione sui quattrini rischia di far saltare l’accordo senonché il 12 marzo 2011 una busta con 30mila euro per i giocatori passa di mano al casello di Reggio Emilia. In una telefonata si cerca di contattare il «Pelli», alias Pellissier del Chievo, «perché gli zingari hanno puntato 400mila euro su questa partita».
Atalanta-Piacenza 3-0
19.3.2011. Gli «zingari» e i «bolognesi» di Beppe Signori, sbancano con l’over (minimo tre gol): due milioni investiti sui mercati asiatici. La partita, per i pm, va in porto grazie a Cristiano Doni dell’Atalanta, a Gervasoni del Piacenza ma non a Edoardo Catinali «ritenuto inaffidabile». Quattro i giocatori avvicinati, e i soldi investiti proverrebbero dall’affare con Taranto-Benevento. «L’ingerenza di Signori» emerge dalla sua partecipazione al summit di marzo di Bologna con due scommettitori. Allo stadio di Bergamo avviene la stretta di mano in campo, «convenzionale», tra Doni e Gervasoni, «a dimostrazione che l’accordo illecito era stato raggiunto».
Inter-Lecce 1-0
20.3.2011. Una catastrofe per «bolognesi» e «zingari». Solo Signori ci rimette 150mila euro di suo. Paoloni millanta contatti che non ha col Lecce, a cui si sarebbe rivolto anche Sommese. La cifra per chi gioca male è da record: 275mila euro. Corvia del Lecce è citato da Paoloni. Il gip dà peso a una telefonata di Bettarini per l’over (più di 3 o 4 gol) e «non a una cosa come oggi» riferendosi ad Atalanta-Piacenza. Le perdite sono disastrose. «Rifacciamoci con Benevento-Pisa» ordinano gli «zingari».
Benevento-Pisa 1-0
21.3.2011. E’ la partita in cui lo sfacciato Paoloni (vedi il Giornale di ieri) rischia la pelle («questo è da ammazzare») per aver assicurato gli scommettitori su una vittoria esterna, mai arrivata, che è costata al gruppo 300mila euro. Qui Signori, secondo la procura, ricopre un ruolo attivo.
Alessandria-Ravenna 2-1
20.3.2011. Boomerang per gli «albanesi». L’obiettivo era il pareggio. La polizia scopre contatti tra il presidente dell’Alessandria, Giorgio Veltroni, e il ds del Ravenna, Buffone (che ne parla con l’allenatore Leonardo Rossi). Scrive la procura: «L’evento non si realizza solo perché le trattative non consentivano di addivenire al raggiungimento di un accordo economico». L’Alessandria avrebbe proposto un risultato a suo favore e un indennizzo di 50mila euro agli avversari.
Padova-Atalanta 1-1
26.3.2011. Finisce in parità, come da accordi. Il dentista Pirani sa di un patto fra le due società e sfrutta la soffiata. «Già hanno fatto tutto, lo hanno fatto in società… mo ho parlato con l'uomo di Doni che lo ha chiamato di fargli 10.000 a Doni per l’x». Che la voce stia girando, e con essa i soldi, emerge da un’altra telefonata: «Su Padova-Atalanta sono stati giocati in Asia 23 milioni di euro...».
Siena-Sassuolo 4-0
27.3.2011. L’over, centrato, è da sballo. Si vincono cifre stellari. Paoloni mette in contatto con l’organizzazione il collega portiere del Sassuolo, Daniele Quadrini, che vuole vendersi per 45mila euro ma che dice di non poter garantire l’accoppiata tra primo tempo (2) e secondo tempo (1) che i bookmaker pretendono. C’è malumore. Incontri su incontri. Scattano altre scommesse con gli «albanesi», la combine va. Erodiani promette a Quadrini 50mila euro ma altri atleti finiscono nella lista della spesa: «Il portiere Pomini, il centrale Bianco».
Ravenna-Spezia 0-1
27 marzo 2011. Guerra fra scommettitori. I vertici dell’organizzazione sanno dal preparatore dei portieri del Ravenna, Nicola Santoni, che lo Spezia vuol comprarsi la partita. Così millantano di dover pagare per pilotare l’esito dell’incontro. In realtà poi si crea una forbice tra l’offerta dello Spezia (100mila) e la richiesta del Ravenna (150mila), e l’organizzazione si mette in moto per «coprire» la differenza.
Reggiana-Ravenna 3-0
10.4.
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