Lo scorso anno si era ipotizzato che X Factor, il celebre talent show di Sky (che prima era in onda sulla Rai), potesse salutare per sempre l’Italia. Gli ascolti erano troppo esigui per permettere al reality di continuare e, soprattutto, i costi di produzione erano diventati proibitivi. Così non è stato perché, da qualche settimana, su Sky e poi in streaming su Now, X Factor ha aperto la sua fabbrica di talenti per la diciassettesima volta. Non è proprio un record per un programma a tema nel nostro paese dato che, ad esempio, Amici di Maria De Filippi è in tv da ben 23 anni ma, per uno show così importante e che ha avuto il pregio di lanciare nel panorama musicale di oggi il mito (vivente) dei Maneskin, è un vero e proprio valore aggiunto.
L’edizione numero 17 pur non aprendosi all’insegna delle novità – tranne per il pubblico in studio che torna per la seconda volta dopo la fine delle restrizioni anti-Covid -, conferma i suoi punti forti e i suoi punti deboli. Resta, infatti, uno show imperfetto che continua a cavalcare e a rincorrere un canovaccio già usurato che comincia a dare i primi segni di cedimento. E, le interazioni sui social e la scarsa attenzione mediatica che viene dedicata allo show, dimostra i gravi problemi strutturali che X Factor deve risolvere.
La musica e il talento passano (quasi) in secondo piano per dare libero sfogo a un gruppo di giovani che si esibisce davanti ai giudici – e in barba alle critiche – solo per sperare di trovare un po' di visibilità. Di fatto, almeno come si è visto nelle Blind Audition, pochissime sono le voci che restano, e altrettanto pochi sono i talenti su cui vale la pena spendere tempo e denaro. X Factor resta un programma che intrattiene, che fa divertire ma la magia del “fattore x” è finita da tempo.
Morgan che torna dietro la scrivania dei giudici
Già nella scorsa edizione si è notato un cambio di passo nella platea giudicante. L’ingresso del rapper Dargen D’Amico e di Ambra – ancora al top della sua presenza scenica – ha infuso una ventata di novità. Due persone così diametralmente opposte in fatto di gusti e scelte musicali sono riuscite a mettere su una squadra di talenti molto interessanti che, però, nelle classifiche musicali non hanno sfondato. Nota stonata era Rkomi che, con poco esperienza sul campo, si è improvvisato giudice e, di fatto, le sue scelte sono state opinabili.
La stagione 17, proprio in merito ai giudici, si apre a diverse novità sostanziali e che sulla carta sono funzionali. Confermati D’Amico, Ambra e Fedez (quest’ultimo è ora in bilico a causa delle sue condizioni di salute), al gruppo si unisce Morgan. Già in passato e ai tempi di Simona Ventura e di Arisa era un giudice pieno di sé ma consapevole di essere una persona che di musica ne capisce (forse anche troppo). Il suo ritorno a X Factor – dopo le polemiche a causa di un battibecco durante un suo concerto – è ciò che mancava al reality show. Morgan, infatti, non solo conferma le sue abilità di mattatore ma, soprattutto, si conferma (insieme a Fedez) una delle poche persone più adatte per trovare il talento fra tutti gli aspiranti cantanti e musicisti.
Gli aspiranti talent non "bucano" lo schermo
E forse, proprio la presenza di Morgan, che bada più alla qualità che alla presenza scenica, potrebbe essere un valore aggiunto per una concreta scrematura di tutti quei personaggi che sono apparsi sul palco delle Audizioni e che hanno superato una parte delle selezioni. Ciò che manca a X Factor è proprio il talento e la bravura di chi si cimenta nel mestiere del cantante. Oltre a mancare una voce strabiliante che può essere declinata in diversi contesti, manca l’originalità. La nuova generazione di artisti non porta nulla di nuovo sul palco. Sono una pallida imitazione di tutto ciò che si sente in giro. C’è chi ambisce a diventare il "nuovo" Sangiovanni, o chi cerca di sfruttare la canzone d’autore e rincorrere sonorità pop e trap, o altri ancora che sperano di cavalcare l’onda del successo dei Maneskin e presentarsi come idoli del rock italiano. Tra i tanti, pochi sono quelli che (veramente) hanno brillato. Tutti gli altri, non solo non hanno il benché minimo talento ma sembrano che si sono improvvisati artisti e cantanti solo per tentare la fortuna. E così facendo, a risentirne è tutto il comparto musicale. Non solo il programma.
Perché X Factor non è più come prima?
Al di là dei tecnicismi, anche la formula stessa del programma risente dei segni del tempo. È pur vero che dopo 17 anni, come in una serie tv, si sono sviluppati tutti gli intrecci impossibili ma non è lecito pensare che un format di questo tipo sia diventato quasi una parodia di se stesso. Appurato che il vero "fattore X" è passato in secondo piano e appurato il fatto che tra i concorrenti non c’è uno che meriterebbe di salire su quel palco, a essere sbagliato è anche l’interazione stessa tra i giudici. Tra di loro non c’è competizione ma complicità. Dovrebbero essere lì non per divertirsi ma per trovare la nuova stella del pop da lanciare nel panorama musicale. Per questo lo show ha perso la sua verve. Al significato stesso di talent si è sostituita un’immagine più da reality che da programma musicale, dove si cerca di trovare il più becero intrattenimento invece di rincorrere la qualità.
Ma oltre l’intrattenimento deve esserci di più
Parafrasando una storica hit di Jo Squillo e Sabrina Salerno, il programma di Sky dovrebbe capire che ha un compito molto importante da portare avanti e che, oggi, non ha deciso più di seguire. Ci deve essere un po' di intrattenimento perché è alla base di tutto ma ciò non si significa che deve perdere la sua anima per piegarsi a meccanismi che non gli appartengono.
Deve esserci il divertimento, ma deve esserci anche una parte un po' più seriosa in cui si culla l’idea di un programma che crede nei sogni degli aspiranti cantanti e che possa cullare il progetto di sfornare il prossimo talento macina-consensi e macina-soldi. Cosa che pure nell’edizione 17 è venuto a mancare. La soluzione? O si cambia dalle fondamenta o si chiude bottega.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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