"Il chiacchiericcio è un'arma letale, uccide, uccide l'amore, uccide la società, uccide la fratellanza". Le parole pronunciate di Francesco all'Angelus di oggi in piazza San Pietro fanno inevitabilmente pensare ad una risposta alle critiche di questi giorni per la gestione della morte e dei funerali di Benedetto XVI e alle esternazioni del suo segretario particolare, monsignor Georg Gänswein.
"Condividiamo, portiamo i pesi gli uni degli altri, invece di chiacchierare e dividere guardiamoci con compassione, aiutiamoci a vicenda. Il chiacchiericcio è un'arma letale che uccide la fratellanza", ha affermato il Papa. In questi giorni, infatti, di tensioni e divisioni nella Chiesa parlano esplicitamente anche personalità importante nella gerarchia ecclesiastica. Un clima instauratosi dopo la morte di Ratzinger e la diffusione delle anticipazioni di un libro, Nient'altro che la verità. La mia vita al fianco di Benedetto XVI (Edizioni Piemme), in cui monsignor Gänswein ha reso pubbliche le difficoltà di coabitazione in questi dieci anni con il Pontefice regnante.
La redazione del libro è precedente alla scomparsa del Papa emerito ma la sua uscita era programmata per gennaio. Tra le rivelazioni fatte da Gänswein e raccolte dal giornalista Saverio Gaeta, anche quella relativa ad una richiesta di commento ad un'intervista che Francesco rilasciò a Civiltà Cattolica nel 2013. Il Papa inviò al monastero Mater Ecclesiae una copia della rivista e chiese tramite Gänswein un commento al suo predecessore. Benedetto XVI replicò con una lettera nel quale faceva due appunti: il primo in cui richiamava alla lotta pubblica contro l'aborto e l'uso dei metodi contraccettivi; il secondo in cui esortava alla resistenza di fronte alla propaganda su quella che chiama "la propaganda del gender". Il segretario particolare di Benedetto XVI fa notare nel libro che dopo quella lettera, "richieste specifiche di osservazioni in merito a questi testi non sono più giunte".
Nell'Angelus di oggi, Francesco ha citato il suo predecessore ricordando che "ha detto che Dio ha voluto salvarci andando lui stesso fino in fondo all'abisso della morte". Intanto da questa mattina sono state riaperte al pubblico le Grotte Vaticane e i fedeli hanno potuto far visita alla tomba in cui riposa Benedetto XVI.
La stessa in cui era stato sepolto Giovanni Paolo II prima che le spoglie del santo polacco venissero traslate all'interno della Basilica Vaticana. Il cardinale Marcello Semeraro, prefetto del Dicastero delle cause dei santi, ha rivelato in un'intervista che era stato lo stesso Ratzinger ad esprimere a Francesco la sua volontà di essere sepolto lì.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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