Carmelo Ferraro è avvocato, direttore generale dell'Ordine degli avvocati di Milano, tra i fondatori del Comitato M'Impegno e presidente di Piattaforma Milano: 57 anni, sposato, due figli («figlie», precisa) ora si candida alle prossime elezioni regionali con la Lista Fontana.
Perché questa scelta?
«Per uno come me, impegnato nel mondo professionale da 22 anni e in quello civico negli ultimi dieci, tutto questo mi porta a considerare di avere anche la maturità per accettare la sfida della politica che non può e non ci deve spaventare. Ma è giusto che sia abitata da persone che hanno competenze e esperienze e che non rappresentano se stesse, ma tanti mondi di comunità in cui viviamo. Quindi il mio passo è un passo di responsabilità, per dare voce a tutti questi mondi».
Il suo al governatore Fontana è stato un «sì» immediato?
«Quando c'è stata la proposta di aderire a questa iniziativa, ho fatto i conti con la mia famiglia e i miei amici. E tutti hanno detto sì. Sì perché riteniamo che sia la persona giusta per portare avanti la Regione in questi anni difficili che abbiamo davanti. Sì perché siamo convinti che un'elezione in cui si esprime anche la preferenza sia l'occasione giusta per scegliere persone che siano rappresentative di qualcosa. E sì perché riteniamo che la cosa pubblica debba essere popolata da persone che si mettono a disposizione come servizio. Perché così la interpreto io».
Quali sono gli ambiti in cui pensa di poter intervenire?
«Per la mia esperienza, il mondo della giustizia, quello della sanità sconquassato in questi anni che ha bisogno di serietà e competenza e anche il mondo delle professioni. Altro tema è il walfare, quello del terzo settore. È fondamentale che la politica applichi il principio della sussidiarietà, che sia aperta a corpi intermedi che sono energia per le istituzioni. Non c'è bisogno che Stato e Regioni facciano tutto».
Ad esempio?
«Con i voucher nel mondo della scuola e del terzo settore. Nel mondo dell'assistenza ci sono tantissime associazioni che operano. La Regione è il motore dell'Italia. E non solo in questo ambito. Per la sanità, ad esempio, abbiamo visto quali sono le necessità: la valorizzazione forte del territorio attraverso i medici e attraverso strutture adeguate con una riorganizzazione delle strutture ospedaliere dove ci sia attenzione al sistema dell'emergenza, dell'urgenza e della cronicità».
La sfida per la Lombardia?
«la Lombardia deve rispondere al tema del lavoro e dello sviluppo. Il sistema delle imprese e dei servizi è stato quello che ha dato il successo a una regione che è forte di suo, con le persone e le aziende che hanno sempre vissuto responsabilmente questo. Poi c'è il tema ambientale.
Io ad esempio conosco bene il mondo del Policlinico dove si sta costruendo l'ospedale del futuro che avrà un servizio eccellente e sostenibile e con l'interazione pubblico privato. Sa che ancora oggi vive della generosità di tante persone e delle associazioni? Tanto che è stata riattivata la quadreria dove vengono esposti i ritratti dei donatori».
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