Damiani: "Carini, pessima figura con Khelif. La boxe ha fallito in pieno"

L'ex olimpionico azzurro attacca l'atleta partenopea che, a suo dire, non avrebbe dovuto lasciare il ring contro l'algerina Khelif. Giudizi altrettanto sferzanti nei confronti della spedizione azzurra a Parigi

Damiani: "Carini, pessima figura con Khelif. La boxe ha fallito in pieno"
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Nonostante la cronaca olimpica proceda inesorabile, il putiferio mediatico attorno al ritiro di Angela Carini dal torneo olimpico di boxe non accenna a placarsi. A parte le polemiche politiche sotto l’ombrellone, ha deciso di tornare a bomba uno dei protagonisti della vicenda, quel Francesco Damiani la cui telecronaca ai microfoni della Rai aveva fatto sollevare più di un sopracciglio. Invece di provare a gettare acqua sul fuoco, l’ex olimpionico azzurro è un fiume in piena. A fare notizia non è tanto la bocciatura in pieno della spedizione della boxe tricolore quando l’attacco all’atleta partenopea, alla quale non fa sconti. Un’entrata a gamba tesa che sicuramente rinfocolerà le polemiche in vista della finale dei welter, nella quale l’algerino Imane Khelif è favoritissimo per la vittoria finale.

“Non so cosa le sia scattato”

Nell’intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, l’ex “gigante buono” sembra aver lasciato per strada la sua magnanimità. Il giudizio nei confronti di Angela Carini è quantomai sferzante: Pessima figura. Non so che cosa le sia scattato in testa, ma non puoi salire sul ring e abbandonare al primo cazzotto preso. E dire: “Mi ha fatto malissimo”. E quando mai i pugni in faccia sono carezze?”. Dopo l’affondo, Damiani prova in qualche modo a correggere il tiro ma finisce col cadere dalla padella nella brace: C’è stato intorno al caso dell’algerina un polverone mediatico e politico che non ha aiutato. Angela era condizionata, ma so per certo che il suo allenatore le aveva consigliato di non farlo quel match, proprio perché non era tranquilla. Ma lei ha insistito e si è consegnata a quella figuraccia. Siamo all’Olimpiade, devi dare tutto. Come ha fatto l’ungherese nel match successivo. Spero che la Carini riparta cancellando questa pagina nera”.

Damiani torna sulla contestatissima pugile algerina, che peraltro conosce bene, visto che si allena proprio in Italia. Nei confronti di un personaggio finito da tempo nel mirino della critica, un giudizio fin troppo benevolo. Imane Khelif ha il testosterone sballato dalla nascita, che colpa può essere? L’ho vista combattere, non vedo questi vantaggi. Ha fame, cattiveria e voglia di emergere. Doti fondamentali nella boxe. Senza non vai da nessuna parte. Ha preso la medaglia, ma in semifinale può perdere dalla thailandese. Parte sfavorita”. L’ex pugile ha il buon senso di non buttarla in politica ma rimangono parole pesanti che sicuramente riattizzeranno una polemica che è ben lungi dal risolversi.

“La boxe azzurra? Un fallimento”

Visto che il mondo del pugilato lo conosce molto bene, Damiani non può esimersi dal commentare lo zero medaglie arrivate dalla boxe azzurra. Anche in questo caso il giudizio è tranchant: Abbiamo fallito, inutile nascondersi dietro un dito. Non solo non abbiamo preso medaglie, le nostre punte di diamante sono uscite al primo turno”. Più che prendersela con gli arbitri, Damiani critica un sistema di valutazione a suo vedere profondamente ingiusto: “I match di Abbes e Testa sono stati equilibrati, ma il sistema di votazione è iniquo. E poi c’è un problema d’incompetenza: molti punti sono assegnati con criteri discutibili, mandare a vuoto l’avversario e parare i colpi è una dote da premiare, non da penalizzare. Nel caso di Abbes, il primo round, secondo me, era suo e invece lo hanno assegnato all’altro”.

Aziz Abbes Mouhiidine Parigi 2024

Non possono mancare le critiche ai pugili azzurri: se Abbes avrebbe dovuto entrare sul ring e spaccare tutto, senza limitarsi al compitino”, Irma Testa avrebbe dovuto chiudere l’incontro al secondo round. Perché, diciamo la verità, nel terzo era sulle gambe ed ha pagato cara questa mancanza”. Quando si tratta di fare il bilancio sulla spedizione azzurra, un altro giudizio molto netto: “Senza la rabbia agonistica si resta nell’anonimato. E in Italia vedo poca gente disposta a finire al tappeto senza mollare.

Gli ultimi grandissimi che abbiamo avuto avevano quella luce negli occhi che fa la differenza: Parisi e Cammarelle, hanno vinto l’oro olimpico non a caso. Con Russo sono gli esempi da seguire. Altro che abbandonare il ring...”.

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