- Anche solo pensare che Rainews abbia davvero ignorato l’esito delle elezioni francesi per fare un favore al premier o al governo è da cretini (altro che ottusi, Gramellini). Hanno sbagliato? Sì, ma nel senso che hanno bucato una notizia enorme. Lo hanno fatto per spirito corporativo? Dubito. Anche perché dalla mancata vittoria di Le Pen forse Meloni ha più da guadagnarci che da perderci.
- Mi duole dover citare ancora Ilaria Salis, ma l’ultima considerazione della neo eroina della sinistra ci permette di realizzare un’analisi. Cosa ha detto? Che il risultato in Francia è stato “non solo il tradizionale argine repubblicano” contro Le Pen” ma “una vera e propria sollevazione popolare”. Ma è davvero così? Ieri ci siamo divertiti a immaginare il risultato delle elezioni in Francia applicando il sistema inglese e abbiamo visto che, in tal caso, oggi Bardella sarebbe premier e parleremmo di trionfo lepenista. Senza contare che sia al primo turno che al secondo turno (sì, anche al secondo in cui è stata “sconfitta”) le Pen ha preso più voti di tutti gli altri partiti. Ma se anche guardiamo ai seggi conquistati dai singoli partiti, e non dalle coalizioni che peraltro al loro interno sono litigiose mica poco, il risultato tutto fa immaginare tranne che una “sollevazione popolare” della sinistra. Quale è il primo partito? Il Rassemblement National con 125 seggi, molti più dei 78 de La France Insoumise. Ma il tanto decantato Melenchon, indicato dai più come il grande vincitore, in realtà in Assemblea avrà meno rappresentanti del partito di Macron (che ne ha 99). Senza contare che, rispetto all’ultima legislatura, RN ha guadagnato 36 seggi, i melenchoniani solo 3 mentre i marconisti esultano ma ne hanno persi 85. Poi è chiaro: le alleanze contano nei sistemi elettorali, così come conta la legge elettorale che determina il sistema politico ben più di tante discussioni sociologiche. Anche Donald Trump divenne presidente con meno voti assoluti di Hillary Clinton. Ma se consideriamo che Mélenchon e il partito socialista, due azionisti di maggioranza del Nuovo Fronte Popolare, in realtà si amano come Renzi e Calenda, vien da dire che anziché parlare di “tracollo di Le Pen”, come va di moda fare, forse occorrerebbe analizzare meglio il sistema politico, quello elettorale e il gran caos che si prospetta in Parlamento. E magari provare ad essere un pochino più oggettivi.
- Restiamo ancora in attesa, da oltre due mesi, che Fratoianni e Bonelli vadano sotto casa di Giovanni Toti per sostenere la sua scarcerazione proprio come fatto con Ilaria Salis.
- Il Ppe conferma il “cordone sanitario” contro i Patrioti. In sostanza, ai deputati di Orban, Le Pen e Salvini non verranno assegnate le presidenze delle commissioni al Parlamento europeo visto che - è questa la scusa - sono anti-europeisti. Giusto? Sbagliato? Si è sempre fatto così, anche se chi scrive lo ritiene fuori luogo. Tuttavia è una buona notizia per Giorgia Meloni che invece potrà godere del fatto che l’Ecr non sarà più considerato - grazie all’addio di Vox - un gruppo pericoloso ma una forza politica di destra moderata con cui dialogare. Via libera alle trattative Meloni-Ursula.
- A quanto pare, nascerà anche un gruppo a destra della destra di Orban. All’interno l’Afd e il movimento Spd della Repubblica Ceca. Se continuano così saranno più gruppi che parlamentari.
- Massimo Cacciari per una volta sintetizza bene: “Macron e Mélenchon potranno governare insieme? No, e allora di che vittoria parliamo?”.
- Che peccato la sconfitta di Jannik Sinner a Wimbledon. Però è scritto nei libri della cronaca italiana che quando la grande stampa inizia a lodare e imbrodare uno sportivo, questi finisce col prendere una trafila di bidoni. Sinner dopo essere diventato il N°1 ha perso sia al Roland Garros che sui prati inglesi. Questo non significa che non sia tra i migliori, ma certifica che i media italiani portano sfiga. Jannik: torna ad ignorarli.
- La Rai deve licenziare seduta stante il responsabile dei tagli per le sintesi delle partite dell'Europeo. Sono terrificanti.
- Il telecronista di Spagna-Francia, semifinale dell'Europeo, è bravo.
Nulla da dire a Stefano Bizzotto. Ma oggi ha problemi alla voce, troppo rauca, forse per un'influenza o non si sa cosa. Ma davvero la Rai non riesce a sostituire un telecronista che non riuscirà a urlare ai gol? Alla semifinale europea? È indecoroso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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