
Hyundai Bayon è il B-SUV progettato per l’Europa e lanciato nel 2021, pensato per chi cerca un crossover compatto, pratico ed efficiente. Il nome richiama la città francese di Bayonne, sottolineandone la vocazione urbana. Basata sulla piattaforma della i20, si distingue per il design particolare e la posizione di guida rialzata, offrendo spazio e versatilità in un formato compatto. Il recente restyling ha introdotto un frontale più moderno con luci LED a tutta larghezza, un sistema multimediale aggiornato e una strumentazione digitale avanzata. Sotto il cofano, restano i motori 1.2 MPI aspirato e anche a GPL, 1.0 T-GDi a benzina o anche il nuovo benzina mild-hybrid da 100 CV, con cambio manuale intelligente iMT o doppia frizione DCT. Con questo aggiornamento, la Bayon si conferma una scelta razionale nel segmento B-SUV, puntando su design, tecnologia e un ottimo rapporto qualità-prezzo, con listini a partire da 21.350 euro.
Come cambia dentro e fuori
Tutta racchiusa in 4,18 metri di lunghezza, propone un design equilibrato e non banale, caratterizzato da linee slanciate che sembrano fendere l’aria, soprattutto se vista dalla fiancata dove si nota subito un lungo taglio che la percorre da parte a parte. Il frontale è stato rivisto, con le luci diurne a led nella zona superiore che attraversano tutto il cofano in larghezza e nella zona più bassa i proiettori (anch’essi led) e la grande mascherina con una griglia nera lucida. Ancora più in basso si trovano delle modanature silver e altre aperture per ottimizzare il raffreddamento del propulsore e il passaggio dell’aria. La zona bassa della carrozzeria è protetta da modanature in plastica nera, utili soprattutto per non rovinare la carrozzeria mentre dalla vista posteriore si trovano i gruppi ottici dalla forma a boomerang, collegati al centro da una sottile linea rossa che simula la presenza del fanale posteriore (ma non illuminati). Anche in questo caso, è stata rivista l’estetica complessiva del portellone e le forme del paraurti. Tuttavia, credo non si tratti del “lato B” migliore del segmento.

Spazio a bordo
Il portellone è poi realizzato in parte in tonalità nera lucida, a contrasto e grazie alle forme squadrate permette un’ampia bocca d’accesso al bagagliaio, il quale è davvero capiente con ben 352 litri di spazio utile, fino ad un massimo di oltre 1.100 litri abbattendo i sedili posteriori. Particolare il meccanismo per rimuovere la cappelliera: può essere tolta oppure può scorrere su dei binari fino a reclinarsi parallelamente allo schienale dei sedili posteriori. Forse l’unica a proporre tale soluzione. È notevole anche l’abitabilità, forse tra le migliori del segmento: c’è spazio a sufficienza per le gambe di tre passeggeri nel retro, anche più alti di 1,80 m. Davanti non si percepisce invece il classico senso di “chiusura” delle citycar di questo segmento, con margine in lunghezza e larghezza. Il tetto più alto rispetto ad una normale segmento B amplifica tale sensazione di spazio. Comodi anche i sedili in tessuto, che dispongono anche di generose sponde, piuttosto contenitive.

La tecnologia che serve, e anche di più
Fin dai primi allestimenti Hyundai Bayon mette a disposizione un discreto pacchetto di accessori, senza però perdere quell’equilibrio tra utilità ed elementi superflui. Si può avere un pacchetto ADAS praticamente completo, con sensori e radar in tutte le direzioni, oltre a sensori di parcheggio e anche retrocamera. Non mancano il monitoraggio dell’angolo cieco e il lettore della segnaletica verticale. In tal senso, si percepiscono però troppi “bip” mentre si è al volante e si è costretti a disattivarli nuovamente ad ogni accensione. I materiali dell’abitacolo sono poi prevalente plastici e rigidi, con qualche elemento più soffice, ma ormai normale per il segmento.

Tuttavia, gli assemblaggi sembrano robusti e capaci di durare nel tempo. Positiva anche la consolle separata per la gestione del clima automatico (o manuale), che non è ”annegata” nel display. Questo è collocato centralmente, a sbalzo e non integrato in una fascia unica, come si assiste con sempre maggior frequenza nel mercato. È presente un display da 10,25” che, seppur non presenti una grafica ricercata e moderna, è pratico e semplice da utilizzare. Non è però supportata la connettività wireless per Android e Apple. Di fronte al conducente si può avere poi la strumentazione completamente digitale da 12,25” a partire dal secondo allestimento che ricrea la presenza delle lancette analogiche e cambia a seconda delle modalità di guida selezionate. Ci sono anche un discreto numero di vani porta oggetti, due porta bevande, tasche capienti nelle portiere e anche il tappetini di ricarica wireless per smartphone.

Agile e maneggevole, perfetta per la città
A differenza di altri costruttori, Hyundai ripone sempre una certa cura nella taratura dell’assetto delle vetture, che esse siano auto “normali” o più sportive. Tale aspetto emerge anche dopo pochi chilometri in compagnia di Hyundai Bayon che riesce a sorprendere positivamente sul fronte agilità, maneggevolezza e stabilità alle andature più sostenute. Nell’ottica comunque di una citycar, è in grado di offrire un’elevata tenuta di strada e una positiva precisione di sterzo. Infonde sicurezza quando si percorrono curvoni autostradali e non si scompone neanche in procinto di avvallamenti e buche. Si può migliorare sull’insonorizzazione, soprattutto dai fruscii aerodinamici oltre i 120 km/h, ma comprensibile per il segmento. Buona però in tutti gli altri contesti.

È anche piacevole la risposta del piccolo 1.0 3 cilindri turbo mild-hybrid da 100 CV e 200 Nm di coppia, seppur presenti un leggero ritardo del turbo nella zona bassa del contagiri. Sopra ai 2.000 giri/min è però reattivo e vivace, potendo anche vantare un discreto allungo. Con la sesta marcia del cambio manuale iMT è anche in grado di viaggiare a riposo sotto ai 3.000 giri/min, con un lieve tintinnio del tre cilindri. Delle tre modalità disponibili (Eco, Normal e Sport), sconsigliamo la prima soprattutto nei contesti urbani, che tende a far “assopire” fin troppo il propulsore, togliendo spunto e prontezza. Buoni anche i consumi, che si fossilizzano su circa 15 km al litro con un utilizzo blando e tranquillo, mentre con un piede più pesante si scende sotto ai 13 km al litro. Ottimo invece quando gli spazi si aprono, sfiorando i 20 km al litro su strade extraurbane e ritornando sui 15,5 km al litro in autostrada. La versione dotata di cambio automatico DCT potrebbe aiutare soprattutto in città: la bassa reattività sotto ai 2.000 giri/min induce ad un utilizzo frequente del cambio manuale che, seppur fluido e rapido, alla lunga rischia di stancare soprattutto nel traffico. Attenzione però al serbatoio, da soli 40 litri, il che porta l’autonomia complessiva tra circa 500 e 550 km.
Prezzi e allestimenti
La versione XTech alla base della gamma (disponibile da 21,350 euro con l’1.2 3 cilindri aspirato da 79 CV) propone di serie una strumentazione analogica con un display da 4,2” e un display dell’infotainment da 10,25” con connettività smartphone. Aggiunge anche diversi sistemi ADAS, prese USB, navigatore integrato, luci led, cerchi da 15”, cruise control e clima manuale. La versione Xline a centro gamma aggiunge anche la strumentazione digitale di fronte al conducente, le luci led diurne più ampie sul frontale e fari full-LED, cerchi in lega da 16”, luci ambientali led e altri sistemi ADAS, e parte da 23.000 euro con lo stesso propulsore. Al vertice la versione XClass da noi provata, che è disponibile per il solo 1.
0 mild-hybrid da 100 CV da 27.300 euro per il cambio manuale e da 28.450 euro per l’automatico, con un allestimento praticamente completo, esclusi l’impianto audio Bose, alcune vernici (700 euro) e pochissimi altri accessori interni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.