Tesla Model Y 2025: le prime impressioni al volante del nuovo modello

Cresce la qualità costruttiva e il comfort a bordo, al pari di una migliorata efficienza che si traduce in più chilometri con un pieno di energia. Su strada è una calamita per gli sguardi.

Tesla Model Y 2025: le prime impressioni al volante del nuovo modello

Tesla Model Y 2025 è finalmente arrivata e possiamo restituirvi le prime impressioni di guida dopo questo test in anteprima, condotto alle porte di Milano. Anticipata nel corso del 2024 e finalmente giunta al debutto con il 2025, l’aggiornamento di Model Y prevede una profonda rivisitazione degli esterni (in stile Cybertruck e Cybercab) oltre a mirati ma importanti upgrade dentro l’abitacolo e sotto la meccanica. C’è chi ci vede un “semplice” restyling di metà carriera, sebbene Tesla dichiari un corposo aggiornamento di quasi tutte le componenti. Prende il nome di “Juniper”, ovvero ginepro in italiano ed è pronta ad essere consegnata ai primi clienti a partire da Marzo 2025. I primi esemplari ordinabili saranno praticamente full optional, con una versione di lancio chiamata Launch Series e meccanica AWD Long Range, con dettagli esclusivi e un prezzo di promo fissato a 61.975 euro. Da poco, sono stati anche comunicati i prezzi delle versioni RWD (da 44.900 euro) e RWD Long Range, a partire da 49.900 euro. Il modello al vertice, la AWD Long Range da noi provata, ora costa 52.900 euro. Un gap di circa 1.000 euro rispetto al modello uscente, poco se confrontati agli aumenti medi della concorrenza.

Piccoli aggiornamenti per batteria e motori

A cambiare è però anche sottopelle, laddove Tesla ha lavorato per migliorare l’efficienza del powertrain e aumentare di fatto l’autonomia. Un nuovo fluido lubrificante e una rivista logica di costruzione degli ingranaggi hanno inoltre permesso di ridurre gli attriti e le dispersioni di energia, soprattutto nei contesti autostradali. Come di consueto, la casa americana non dichiara ufficialmente i dati relativi al pacco batteria e ai motori, sebbene si stimi una capacità dell’accumulatore di 75 kWh lordi e una potenza combinata dei due motori di circa 351 CV. L’autonomia dichiarata sale perciò a 568 km, circa 35 in più della passata generazione mentre per la RWD l’autonomia è fissata a 500 km e per la RWD Long Range a circa 620 km.

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Come cambia fuori

Seguendo le orme del celebre Cybertruck, Model Y risulta integralmente rivista soprattutto nel frontale, ora più basso e affilato per riuscire a fendere meglio l’aria e assicurare una minor resistenza all’avanzamento (l’efficienza aerodinamica migliora del 5%). Aumentano leggermente le dimensioni, con una lunghezza che arriva a 4,79 metri, + 4 cm rispetto al modello uscente. I gruppi ottici a LED ora attraversano da parte a parte il cofano con la firma diurna, mentre i proiettori a matrice di led adattivi sono presenti nella zona inferiore, ai lati del paraurti. Davanti si trova poi la tanto attesa telecamera, richiesta a gran voce dai clienti e dagli appassionati, per una maggior precisione in manovra. Si potrà anche sbrinare e lavare, così da non compromettere la visibilità. La fiancata non subisce invece particolari modifiche, mentre nel retro si trova un altro grande debutto nel settore automotive. Tesla è infatti la prima sul mercato a proporre dei fari led a luce indiretta, che – in poche parole – illuminano l’area posteriore riflettendo la luce su una superfice riflettente. L’effetto che si ottiene è una morbida e intrigante luce soffusa che è generata dalla sorgente luminosa, molto scenica. Cambiano anche i pannelli del portellone – con uno spoiler più pronunciato – e la forma del lunotto posteriore. Dal retro si ottiene perciò una sagoma più robusta e stazzata, merito anche del ridisegnato estrattore, più grande ed elaborato e che aiuta a proteggere dalle “toccatine” dei parcheggi. I nuovi cerchi aerodinamici da 19” di serie, per tutte le versioni, sono ora più efficienti e leggeri, per una maggiore autonomia. Per la versione di lancio, saranno invece disponibili i nuovi cerchi in lega da 20” “Helix 2.0”.

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Cresce la qualità all’interno

Con un colpo d’occhio, all’interno si ritrovano le novità apportate anche con la nuova generazione di Model 3 Highland, partendo da una migliore qualità costruttiva ovunque arrivino le mani e gli occhi. Materiali più morbidi e appaganti al tocco, così come assemblaggi più solidi e robusti. Spariscono i pannelli in simil legno a favore del tessuto chiaro che riveste portiere e plancia, oltre ad una nuova disposizione delle bocchette d’aerazione, meglio nascoste nelle intercapedini del cruscotto. È stato rivisto il tunnel centrale, foderato e versatile, mentre sotto al grosso schermo centrale sono ora disponibili due caricatori ad induzione per smartphone. Il nuovo display da 15,4” è ora più reattivo e con una migliore risoluzione e integra nella parte di sinistra i comandi per la marcia (nascosti anche nella plafoniera sul cielo dell’abitacolo). Nuovo anche il modem dati, per una più rapida connessione anche nelle zone più difficili, come box, garage, ecc. Inoltre, sparisce la leva dietro al volante per la selezione della marcia avanti o retro. Tuttavia, i comandi per le frecce non vengono rimossi ma rimangono saldamente ancorati al satellite a sinistra del volante. Su Model 3 Highland erano stati spostati sulla razza sinistra del volante e ciò aveva destato il malcontento di molti utenti.

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Di nuova introduzione anche le luci ambientali multicolore, un vezzo estetico doveroso per un’auto così tecnologica ma non particolarmente utile. Rispondono presente anche i sedili ventilati (anche questi richiesti animatamente dai clienti), non più solo riscaldabili che beneficiano poi della regolazione elettronica. Sul volante appare anche un nuovo tasto, dedicato all’attivazione delle telecamere perimetrali: molto utile e intuitivo da utilizzare, soprattutto in marcia. Su Model 3 Highland è necessario interagire con lo schermo. Migliora anche l’insonorizzazione all’interno, grazie ai vetri fonoassorbenti posteriori e maggior materiale isolante tra telaio e carrozzeria. Per i passeggeri, nel retro spunta l’ormai tipico display da 8”, dal quale poter gestire il comparto multimediale, riscaldamento dei sedili, clima e molto altro. Ma aumenta anche la praticità grazie ai sedili posteriori abbattibili elettricamente, premendo un tasto dal portellone del bagagliaio o ai lati del sedile. Un altro colpo intelligente è la cappelliera ripiegabile e che trova posto nel bagagliaio: è agganciata tramite magneti e, una volta sganciata, può ripiegarsi in quattro elementi e trova posto sotto al pianale del bagagliaio. Questo, risulta sempre da riferimento nel segmento, con una capacità minima che parte da oltre 600 litri fino alla cappelliera (oltre 800 fino al tetto), ai quali si aggiungono i circa 110 litri del frunk anteriore. Abbattendo i sedili posteriori, si supera la soglia dei 2.000 litri di carico.

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Più comfort a bordo, con un assetto più “premium”

Il primo impatto al volante di Model Y Juniper è sicuramente positivo. Ancor più silenziosa e “ovattata” rispetto al passato (+20%). Grazie ad un rivisto processo di assemblaggio del telaio son stati ridotti i componenti, così da ridurre anche i gap tra un elemento e l'altro e, di conseguenza, gli scricchiolii. Lo sterzo sembra esser stato ingentilito, meno diretto rispetto al modello passato ma più neutro e docile da utilizzare. Risulta comunque piacevole da impugnare (tre le regolazioni dell’assistenza elettronica) ed è capace di imprimere notevole direzionalità all’auto che, nonostante il peso prossimo alle due tonnellate, mostra un’innata agilità e destrezza nei rapidi cambi di direzione. La spinta della versione AWD è sempre notevole, come testimoniano i soli 4,3 secondi per scattare sullo 0-100 km/h. La velocità massima è fissata a 201 km/h, comunque importante per una vettura elettrica ma ridotta rispetto a prima per limitare l’usura delle componenti e consentire l'impiego di un assetto meno esasperato. Sempre poi incisiva e convincente la frenata, anche grazie alle pinze anteriori Brembo che assicurano tanto mordente quando viene sollecitato il pedale del freno: la frenata rigenerativa è comunque molto persistente, ma date le prestazioni in gioco, è sempre meglio affidarsi ad un partner di livello in ottica sicurezza.

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La taratura degli ammortizzatori è ora più gentile e meno rigida, ai fini di un miglior comfort soprattutto per i passeggeri posteriori: c’è meno “rimbalzo” sulle strade sconnesse, ma anzi assorbe meglio vibrazioni e ondulazioni dell’asfalto. Invariati i valori di ricarica, sempre disponibile il caricatore di bordo da ben 250 kW per le versioni Long Range, che assicura tempi inferiori ai 30 minuti per il canonico 10-80% della batteria (pre-climatizzabile). Sul fronte consumi, i primi valori ottenuti durante questa prima prova ci restituiscono un dato davvero confortante, con 18,3 kWh/100 km. Notevole, considerando peso dell’auto, potenza e clima rigido (circa 6 gradi), avendo anche viaggiato con i sedili riscaldati e clima sempre acceso (tragitto urbano-extraurbano). Sul fronte autonomia, sembrano tranquillamente raggiungibili i 450 km con un uso distratto, ma ci riserviamo considerazioni ulteriori per una futura prova approfondita.

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Considerazioni finali

Per un sovrapprezzo medio di soli 1.000 euro, Model Y assicura un importante upgrade dei contenuti, sulla qualità e, seppur marginale, anche sull’autonomia.

Il design è soggettivo, ma sicuramente guadagna personalità e carisma oltre che riconoscibilità su strada. Vengono aggiustati piccoli bug di sistema e grazie alla miglior connessione con la rete, i sedili ventilati e la telecamera anteriore, si migliora anche l’esperienza di utilizzo.

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