Il dato più eclatante è senza dubbio il +14% registrato negli ultimi dodici mesi sul mercato francese, non esattamente il più facile per i prodotti enologici italiani. Ma il 2023 del mondo vitivinicolo lombardo si è chiuso con risultati soddisfacenti un po’ su tutti i fronti.
Se da un lato i vini lombardi hanno registrato il nuovo record storico dell’export, arrivato nel 2023 a quota 327 milioni di euro, dall’altro hanno consolidato il proprio posizionamento nel segmento dell’alta qualità puntando su nuove tecnologie, intelligenza artificiale e ricerca scientifica, che hanno consentito di migliorare ulteriormente la qualità delle produzioni, anche in termini di sostenibilità ambientale, e rispondere alle sfide poste dai cambiamenti climatici. Tanto che nella top 10 delle bottiglie che in Italia sono cresciute maggiormente nei consumi lo scorso anno, stilata da Coldiretti sulla base dei dati Circana ed esposte a Vinitaly a Verona, ci sono anche Lugana e Nebbiolo, due dei vini prodotti in Lombardia.
Sul fronte export, lo scorso anno il valore dei vini lombardi sui mercati esteri è cresciuto del 3,1% rispetto al 2022, raggiungendo un nuovo massimo storico, in controtendenza rispetto al calo dello 0,8% registrato dalla produzione nazionale (elaborazione del Centro studi di Unioncamere Lombardia su dati Istat). Contemporaneamente la Lombardia ha ulteriormente consolidato il proprio ruolo di laboratorio nazionale e internazionale dell’agricoltura 4.0 e delle nuove tecnologie applicate alle coltivazioni, grazie alla collaborazione tra Istituzioni, mondo dell’impresa, Università ed Enti di ricerca, il cui lavoro ha prodotto soluzioni innovative e improntate alla sostenibilità, dando ulteriore valore aggiunto a produzioni già di altissima qualità.
Qualità al top
“I vini di Lombardia”, ha commentato il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, presentando il Padiglione Lombardia in scena in questi giorni a Verona per la 56^ edizione di Vinitaly, il Salone internazionale dei vini e distillati “sono i migliori testimoni del saper fare delle nostre aziende e puntano sempre di più su un’offerta orientata alla qualità, come confermato anche nell’ultima vendemmia, che vede l’89% della produzione riconducibile alle 5 DOCG, 21 DOC e 15 IGT lombarde, contro una media nazionale del 77%. Un’identità forte, che anche quest’anno farà del Padiglione Lombardia a Vinitaly una meta obbligata per gli appassionati e gli addetti ai lavori, che apprezzano un patrimonio vitivinicolo unico per varietà e tipicità, presente a Verona con la consapevolezza dei risultati raggiunti, ma anche con la voglia e le capacità di crescere ancora”.
In vigna gli esempi di applicazione delle nuove tecnologie sono tantissimi. Dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale per monitorare l’andamento della maturazione delle uve in vigna, con tanto di sensori che rilevano grado zuccherino e acidità, all’impiego di droni per valutare la situazione nelle singole parcelle. Dalla microirrigazione delle viti, all’utilizzo delle immagini satellitari per valutare la qualità delle uve ancor prima della vendemmia. Dallo studio dei vitigni resistenti ai funghi, con il monitoraggio del loro comportamento con l’obiettivo di definire i protocolli di vinificazione più adatti alle diverse varietà, alla sperimentazione di pratiche sostenibili per rafforzare la resilienza climatica in vigneto.
Quadruplicate le coltivazioni biologiche
E i numeri parlano chiaro. Nell’ultimo decennio in Lombardia la superficie a vite da vino coltivata a biologico è più che quadruplicata, passando dai 941 ettari del 2012 ai 4.231 del 2022, pari al 18% della superficie vitata regionale (dati dell’Osservatorio sulla competitività Unicredit-Nomisma Wine Monitor per la 56^ edizione di Vinitaly). La vendemmia 2023 si è chiusa con una produzione pari a 154 milioni di bottiglie potenziali (+9,2% rispetto al 2022), l’89% delle quali a marchio di qualità.
“Anche quest’anno”, ha dichiarato l’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste Alessandro Beduschi, “il mondo del vino lombardo arriva a Vinitaly forte di un successo sempre più riconosciuto in Italia e nel mondo, come dimostra il nuovo record dell’export e la crescita su mercati storici come quelli di Germania (+6%), Francia (+14%) e Spagna (+8,2%), così come in altri Paesi che sempre di più apprezzano le nostre etichette. È una tendenza positiva e non scontata in questo particolare periodo economico, che premia l’impegno dei produttori e la loro capacità di investire in ricerca, innovazione e sostenibilità lungo tutta la filiera. Un valore aggiunto che i mercati riconoscono sempre di più”.
Un'azienda su quattro è a guida femminile
D’altra parte, le circa 3 mila aziende del comparto vitivinicolo lombardo, un quarto delle quali a guida femminile, sono espressione di un tessuto imprenditoriale estremamente vitale, la cui crescita produce benefici non solo in termini di fatturato, ma anche di occupazione.
"Negli ultimi dieci anni l’occupazione nel settore ha mantenuto un trend in crescita arrivando a 6.381 addetti nel 2023, anche grazie al progressivo apprezzamento sui mercati esteri dei nostri vini (+3,1% l'export nel 2023, a fronte di un calo del -0,8% delle esportazioni italiane)”, ha sottolineato il presidente di Unioncamere Lombardia, Gian Domenico Auricchio.
“Inoltre, la Lombardia è capofila in Italia quando si guarda all’adozione di nuove tecnologie e ricerca per migliorare la qualità delle produzioni, ridurre l’impronta carbonica e ottimizzare l’utilizzo delle risorse. La vitivinicoltura è uno degli ambiti in cui le sinergie tra mondo delle imprese, istituzioni e università trovano la loro massima espressione”.
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