Il 12 novembre ricorre la Giornata Mondiale contro la polmonite. Questa data fu istiuita nel 2009 dall'Unicef con l'intento non solo di aumentare la consapevolezza circa la patologia, ma anche di promuovere interventi volti a prevenire la stessa. I numeri parlano chiaro e non sono rassicuranti. Secondo recenti stime, infatti, questa malattia provoca ogni anno circa 4 milioni di decessi. In questo articolo approfondiremo le tipologie e i sintomi di quella che è a tutti gli effetti una delle principali cause di morte, senza distinzione di sesso e di età.
Cos'è la polmonite
Con il termine polmonite si indica un'infezione degli alveoli e dei tessuti circostanti. Gli alveoli possono essere considerati come dei minuscoli palloncini con il compito di estrarre dall'aria inspirata l'ossigeno necessario alle cellule dell'organismo e di rilasciare l'anidride carbonica, ovvero il prodotto di scarto dell'attività cellulare.
Quando sono interessati dal processo infiammatorio, gli alveoli si riempiono di liquido, rendendo così difficile sia lo scambio gassoso che la respirazione. La polmonite, tuttavia, può interessare anche il cosiddetto tessuto interstiziale dando luogo a una sintomatologia più intensa.
Tipologie di polmonite e fattori di rischio
La forma maggiormente diagnosticata di polmonite è quella di origine batterica provocata dallo Streptococcus pneumonia. Altri patogeni responsabili sono lo Staphylococcus aureus, l'Haemophilus influenzae e la Legionella pneumophila. Di solito il nostro organismo è in grado di debellare i germi con cui entra in contatto. Alle volte, tuttavia, il sistema immunitario per una serie di cause è debilitato e quindi viene meno la sua azione difensiva. In ambito clinico si diagnosticano anche le seguenti tipologie di polmonite:
- Virale: tipica soprattutto dei bambini con meno di un anno di vita, è causata dal virus respiratorio sinciziale (RSV). Negli adulti, seppur raramente, provocano la malattia i virus influenzali di tipo A e B
- Interstiziale: varie sono le cause, dai disturbi autoimmuni (artrite reumatoide, lupus eritematoso sistemico) al coronavirus. Non è da sottovalutare altresì l'esposizione alle fibre di asbesto e l'assunzione di determinati farmaci (chemioterapici, antibiotici, antiaritmici)
- Da aspirazione o ab ingestis: più frequente nei soggetti con disturbi della deglutizione o affetti da ictus e patologie neurodegenerative, è scatenata dall'aspirazione di sostanze estranee (cibo, succhi gastrici, oggetti, sostanze chimiche, fumo)
- Fungina: forma rara che colpisce gli individui con un sistema immunitario indebolito, è determinata da agenti patogeni quali l'Histoplasma capsulatum, la Blastomyces dermatidis e il Coccidioides immitis
- Ospedaliera: interessa i pazienti ricoverati per altre problematiche in terapia intensiva o sottoposti a interventi chirurgici.
Benché tutti possano ammalarsi di polmonite, alcune persone sono più predisposte. Tra queste figurano i neonati, gli anziani, i fumatori, chi ha un sistema immunitario fragile e coloro che soffrono di particolari disturbi respiratori (asma, fibrosi cistica).
I sintomi della polmonite
Se è una forma particolarmente grave, i sintomi della polmonite possono manifestarsi nell'arco di pochi giorni. Negli adulti devono destare preoccupazione:
- La tosse secca oppure grassa con catarro marrone e/o giallo verde talvolta striato di sangue
- Uno stato di malessere generale
- La difficoltà respiratoria
- I dolori al petto che si accentuano con la respirazione
- La mancanza di appetito
- La tachicardia
- La febbre.
I bambini, oltre alla sintomatologia sopra elencata, presentano anche vomito, diarrea, sonnolenza e irritabilità.
Polmonite o bronchite?
Distinguere la polmonite dalla bronchite è fondamentale perché la prima, generalmente, è più pericolosa. Le manifestazioni sono simili, tuttavia l'infiammazione acuta polmonare comporta una maggiore intensità dei sintomi. Quindi la tosse sarà associata alla produzione massiccia di catarro e alla difficoltà respiratoria. Compariranno anche dolore toracico e febbre persistente.
Attenzione, altresì, alla qualità del respiro. Nella bronchite, sebbene esso possa essere accompagnato da sibili, è più regolare. Diversamente un paziente affetto da polmonite presenta un respiro affannoso o affaticato.
La bronchite, infine, nella maggior parte dei casi è causata da un'infezione virale e si risolve senza l'utilizzo di antibiotici in 2-3 settimane. Al contrario, la polmonite dura più a lungo e quasi sempre va trattata con una terapia antibiotica specifica.
La diagnosi e la terapia della polmonite
La diagnosi della polmonite viene effettuata dal medico di famiglia che, ascultando il torace, rileva dei rumori particolari che sono spia della malattia in atto. Talvolta possono essere necessari altri test, tra cui l'esame microbiologico dell'espettorato per identificare l'agente patogeno responsabile e scegliere, quindi, la cura più appropriata. In caso di sintomi gravi, come dolore al petto e difficoltà respiratorie, è fondamentale recarsi al pronto soccorso.
La terapia varia a seconda dell'eziologia del disturbo. Possono quindi essere somministrati antibiotici, antivirali o antifungini.
Gli antipiretici e gli antidolorifici servono rispettivamente ad alleviare la febbre e l'algia. In alcuni casi l'ossigeno è indispensabile per migliorare la respirazione e non affaticare il paziente. In ogni caso il riposo assoluto è d'obbligo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.