Bologna, sostituiti i ricercatori che protestano

Il senato accademico dell'università ha deciso: entro venerdì i ricercatori dovranno dire se parteciperanno al blocco didattico contro la riforma Gelmini. Al posto di chi protesta verrano assunti dei docenti a contratto. Scuola, vince la linea della severità: in 48 ore 500 note disciplinari

Bologna, sostituiti i ricercatori che protestano

Bologna - I ricercatori dell'Università di Bologna a un bivio. Se protesteranno contro la riforma Gelmini potranno essere sostituiti da docenti a contratto. 

Bandi per trovare alternativa al blocco I presidi dell’ateneo, infatti, stanno inviando una lettera ai ricercatori per sapere, entro venerdì alle 13, se sono disponibili a tenere i corsi per il nuovo anno accademico che comincerà nei prossimi giorni, o se aderiranno al blocco della didattica per protestare contro la riforma Gelmini. In caso di rifiuto o in assenza di risposta, "la facoltà dovrà individuare modalità alternative di copertura degli insegnamenti" e indire bandi per professori a contratto esterni.  

Le attività didattiche sono un dovere Lo ha deciso questa mattina all'unanimità il Senato Accademico, che chiede ai ricercatori una comunicazione ufficiale firmata oppure via mail ma in attesa di conferma.

Nella lettera si sottolinea che "le attività didattiche rappresentano un dovere dell’ateneo nei confronti degli studenti delle famiglie, le quali, al pari nostro, stanno fronteggiando momenti di profonda crisi economica e sociale".

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