La misura è colma: con un comunicato scritto a chiare lettere, i tifosi del Psg annunciano che incroceranno le braccia fino alla conclusione della stagione, nonostante che la squadra della capitale non abbia ancora conquistato matematicamente il suo undicesimo titolo.
A finire nel mirino degli ultras, quindi, non sono più i già tanto contestati Lionel Messi e Neymar, bensì l'intera dirigenza del Paris Saint-Germain e in particolar modo il patron qatariota Nasser Al-Khelaifi: la curva Auteuil non canterà più per sostenere i propri beniamini durante le ultime quattro giornate della Ligue 1, che saranno determinanti per l'assegnazione del titolo di campioni di Francia.
Lo strappo
Tra le parti il clima si è fatto ultimamente sempre più teso, coi tifosi che hanno preso di mira tanto Lionel Messi quanto Neymar, recandosi anche sotto casa di quest'ultimo per rivolgergli dei cori con cui invitarlo ad abbandonare la squadra a fine stagione. Episodio, questo, da cui la dirigenza del Psg aveva immediatamente preso le distanze a tutela del suo calciatore.
Non solo. In quelle stesse ore un altro gruppo di ultras si era recato sotto la sede della società parigina e aveva intonato dei cori contro Messi, insultato esplicitamente, e anche contro lo stesso proprietario del club. Senza tanti giri di parole, i tifosi avevano addirittura chiesto le dimissioni di Nasser Al-Khelaifi, evidentemente inferociti per la deludente stagione, conclusasi con l'eliminazione agli ottavi di Champions League in un duplice confronto senza storia contro il Bayern Monaco e con la sconfitta agli ottavi della Coppa di Francia contro gli odiati rivali dell'Olympique di Marsiglia.
Anche il cammino in campionato, vista la qualità della rosa, si è rivelato molto più complicato del previsto. A ciò si aggiunge anche la rabbia verso i "mercenari", ovvero quei calciatori accusati di non impegnarsi a sufficienza per intascare i lauti compensi loro elargiti, come, per l'appunto Messi e Neymar. Ma non è tanto questo il reale pomo della discordia.
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Il risentimento
Nel momento in cui le proteste si sono estese fino a colpire anche il presidente e la dirigenza, tuttavia, le cose si sono complicate. La società ha visto come un affronto le rimostranze avvenute sotto la sede, anche per il fatto che proprio Al-Khelaifi, nel momento del suo insediamento, aveva consentito agli ultras di rientrare allo stadio in un momento in cui, a causa di violenze e scontri negli anni precedenti, le autorità avevano sciolto tutte le associazioni del tifo organizzato. Ecco perché il Psg, domenica scorsa, ha deciso per ritorsione di non mettere a disposizione degli ultras i 450 posti loro riservati per la trasferta di Troyes. Scelta che, se possibile, ha esacerbato ulteriormente il clima tra le parti.
Il comunicato
Inutile la riunione riparatoria avvenuta lo scorso martedì. Con un comunicato ufficiale, quindi, il Cup (Collettivo Ultras Paris) ha annunciato lo sciopero del tifo per tutte le manifestazioni sportive, comprese quelle femminili. "Non saremo più presenti nè al Parco dei Principi nè in trasferta", precisa la nota, parlando della migliore soluzione possibile alla luce degli ultimi avvenimenti. La situazione, ritenuta gravissima,"non deve essere sottovalutata, e noi non intendiamo transigere sulle nostre libertà".
"Attendiamo le risposte del club su più punti, con la speranza di rivedere le nostre posizioni", prosegue il comunicato, "auguriamo ovviamente il meglio a tutte le squadre del Paris Saint-Germain per questo finale di stagione che potrebbe essere storico".Communiqué du 10 Mai 2023.@PSG_inside @A_N_Supporters pic.twitter.com/ZTwHjE7hVp
— Collectif Ultras Paris (@Co_Ultras_Paris) May 10, 2023
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