“La Disney è stupida”. Alcuni azionisti contro il politicamente corretto

Tempi duri per la Disney. La nuova strategia di "attacco" non viene vista di buon occhio neanche dagli investitori che criticano i contenuti che virano troppo sul politicamente corretto

“La Disney è stupida”. Alcuni azionisti contro il politicamente corretto
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Oggi abbiamo imparato a conoscere la Disney attraverso i suoi film a tema super-eroi e attraverso i nuovi classici dell’animazione che, nonostante la concorrenza, si sono imposti lo stesso nel panorama cinematografico contemporaneo. Eppure la situazione non né affatto rosea. Sono tanti e diversi i film arrivati al cinema e in streaming sul colosso di Disney+ che non hanno trovato il successo sperato da parte del pubblico a causa dello spettro del politicamente corretto e quei deliri woke che tanto piacciono, invece, ai grandi capi. Questa problematica ha fatto storcere il naso a diversi azionisti, come riporta il Financial Times, in merito a una partecipazione da parte della società di Nelson Peltz. La Trian Partners ha utilizzato la sua partecipazione di ben 2,5 miliardi di dollari per imporsi nel consiglio di amministrazione della Disney.

La faccenda, per l’appunto, è stata ricostruita dal magazine dell’alta finanza in cui Peltz ha più volte sollevato dei dubbi sulle scelte aziendali, anche nei confronti dell'acquisizione da 71 miliardi di dollari della 21st Century Fox da parte della Disney e del debito che ne è seguito. Al momento, l’azionista ancora non è entrato a pieno titolo nel consiglio ma si tratta di una mera formalità grazie alla somma che ha investito. La sua corsa, però, non è ben vista dall’attuale CEO. “La Disney è stupida – ammette -.Non sto cercando di licenziare l'amministratore delegato Bob Iger, ma voglio aiutarlo. Mi hanno accusato di non sapere nulla del mondo del cinema di oggi, ma non è così – aggiunge -. Credo che sono loro a non conoscere il mercato con cinque grandi flop consecutivi. Hanno perso il primo posto nell'animazione, hanno perso il primo posto nei film. Forse è giunto il momento di cambiare la gestione di quelle divisioni." Ma l’affondo non finisce qui: “A cosa servono film in cui compaiono solo attrici donne o personaggi di colore?

Una trama degna di un vero e proprio intrigo aziendale. Infatti, secondo le fonti interne, la Disney non vede di buon occhio l'ingresso di Nelson Peltz e dei suoi seguaci nel consiglio d'amministrazione. I vertici sostengono che “l'imprenditore non è riuscito a presentare un'unica idea strategica su come cambiare le cose”.

Pare che Peltz sia interessato solo ad aumentare i profitti per gli investitori senza pensare a proporre una soluzione sia a livello economico che a livello di contenuti. E, secondo la Disney, tutta questa incertezza può creare non pochi problemi al reparto creativo.

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