Consumi, peggio passato Robusta ripresa nel 2012 Migliora il dato deficit-pil

Nel biennio 2008-2009 il pieno della crisi economica coi consumi ai livelli precedenti il 1999. Ma Sangalli assicura: "Nel 2012 il Paese andrà verso più robusta ripresa con una crescita dell'1,6%"

Consumi, peggio passato 
Robusta ripresa nel 2012 
Migliora il dato deficit-pil

Roma - Nel biennio 2008-2009, in piena crisi economica, i consumi delle famiglie italiane hanno registrato una contrazione media annua del 2,1%, compiendo un "pauroso salto all'indietro" e tornando ai livelli precedenti il 1999. Ora che però il peggio è passato, Confcommercio fa sapere che "la vera ripresa" dei consumi arriverà nel 2012. Secondo il presidente Carlo Sangalli, infatti, dopo "un 2011 di convalescenza" il Paese andrà verso una "più robusta ripresa con una crescita dei consumi dell'1,6%". Intanto L'Istat fa sapere che nei primi nove mesi del 2010 il rapporto tra deficit e pil è stato pari al 5,1%, in calo rispetto al 5,5% dello stesso periodo del 2009.

I consumi negli anni della crisi "Con una riduzione media annua del 2,1% nel biennio 2008-2009, - scrive Confcommercio nel rapporto sui consumi 2010 - i consumi pro capite tornano ai livelli di dieci anni fa, ma le famiglie italiane, nonostante il perdurare della crisi e la riduzione del reddito disponibile, si sono dimostrate vitali e reattive: meno sprechi, più attenzione al rapporto qualità-prezzo e ricorso anche a quote di risparmi è stato, infatti, il comportamento di spesa adottato per contenere al massimo la perdita di benessere patita durante la crisi". I consumatori non hanno cioé subito passivamente la crisi, ma hanno colto le opportunità offerte dal mercato per ridurre al minimo gli effetti della recessione.

La ripresa a partire dal 2012 Dopo un 2010 difficile per l'economia e le imprese, chiusosi, tra l'altro, con circa 25mila esercizi al dettaglio in meno, il presidente di Confcommercio spiega che "si rischia che il 2011 sia ancora un anno di convalescenza". Proprio per questo, commentando il rapporto sui consumi dell'organizzazione, Sangalli invoca come via maestra per ridare fiato alle famiglie la riduzione della pressione fiscale. Sangalli sottolinea che solo "per il 2012 le nostre previsioni segnalano elementi di più robusta ripresa con una crescita dei consumi dell'1,6%. Per questo, occorre accelerare ed intensificare tutte le azioni, le politiche, le riforme utili al rafforzamento della crescita, della produttività, della competitività ed al riassorbimento della disoccupazione". "In questo contesto, resta aperta la questione di una progressiva e compatibile riduzione della pressione fiscale complessiva - conclude Sangalli - è questa, insomma, la via maestra per ridare fiato ai consumi delle famiglie ed agli investimenti delle imprese".

Rapporto deficit-pil in miglioramento Diffondendo i dati grezzi sull’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche, l'Istat fa sapere che nei primi nove mesi del 2010 il rapporto tra deficit e pil è stato pari al 5,1%, in calo rispetto al 5,5% dello stesso periodo del 2009. Nel terzo trimestre del 2010 il rapporto tra deficit e pil è stato pari al 3,2%, in diminuzione rispetto al 3,9% del corrispondente periodo del 2009. Le entrate totali nel terzo trimestre del 2010 sono aumentate dell’1,7%% su base annua, il rapporto tra le entrate e il pil è stato pari al 44%, a fronte del 44,4% del terzo trimestre del 2009. L’Istat aggiunge poi che nei primi nove mesi del 2010 le entrate sono cresciute dello 0,3%, con un’incidenza rispetto al pil del 43%. Nel corrispondente periodo del 2009 si era registrata una riduzione del 2,3%, con un’incidenza rispetto al pil del 43,7%.

La spesa pubblica nel 2010 La spesa pubblica nel terzo trimestre del 2010 è cresciuta dello 0,4% su base annua, il rapporto tra le uscite totali e il Pil è risultato pari al 47,3% (era del 48,3% nel corrispondente periodo del 2009). Nei dati pubblicati oggi l’Istat spiega, inoltre, che nei primi 9 mesi del 2010 le uscite totali hanno registrato un calo dello 0,4%, con un’incidenza rispetto al pil del 48%. Nel corrispondente periodo del 2009 si era registrato un aumento del 3,3% con un’incidenza rispetto al pil del 49,2%. Nel terzo trimestre 2010, il saldo primario, l’indebitamento al netto degli interessi passivi, è risultato positivo e pari a 3.

702 milioni di euro (era pari a più 964 milioni di euro nel corrispondente trimestre del 2009), con un’incidenza positiva sul pil dell’1%, era più 0,3% nel corrispondente trimestre del 2009. Nei primi nove mesi del 2010 il saldo primario rispetto al Pil risulta negativo e pari allo 0,6%, era pari al meno 0,9% nello stesso periodo del 2009.

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