Ha ricevuto quattro incontri in carcere Filippo Turetta. Nel carcere Montorio di Verona - dove “pur apparendo un po’ disorientato nella realtà carceraria, sta bene e si alimenta regolarmente”, come ha riportato l'agenzia Agi - ha infatti ricevuto la visita del cappellano e incontrato uno psicologo e un educatore. Ma l’incontro probabilmente più importante è stato quello con Giovanni Caruso, il suo legale, in vista dell’interrogatorio domani dal gip, e successivamente dal pm. Turetta avrà, infatti, tre strade: avvalersi della facoltà di non rispondere, rendere dichiarazioni spontanee o rispondere alle domande del magistrato in merito alle ipotesi di accusa, ovvero sequestro, omicidio e, eventualmente, occultamento del cadavere di Giulia Cecchettin, la sua ex con cui era uscito l’11 novembre, scomparendo poi per giorni.
Molte domande che potrebbero essere poste a Turetta e sulle quali il 22enne potrebbe rispondere riguardano la possibilità che ci sia stata premeditazione. Per esempio, perché Turetta avrebbe avuto con sé due coltelli? Perché aveva acquistato online un paio di giorni prima del nastro adesivo? Dov’è finito lo smartphone di Giulia Cecchettin (tra l’altro spento dalle 22.45 dell’11 novembre)? Perché accanto al corpo c’era un libro illustrato per bambini? Chi l’aveva comprato? Perché Turetta aveva portato con sé 300 euro? Conosceva quella strada dove è stato rinvenuto il corpo? Inoltre non si sa se Turetta abbia usato il nastro adesivo e con che funzione sulla coetanea, come ha spiegato una fonte investigativa all'agenzia Adnkronos: “Non è chiaro. Non ne abbiamo certezza, è una delle cose che dovrà chiarire”.
Ciò che Filippo Turetta potrebbe dire potrebbe contribuire a definire il quadro delle accuse perché attualmente “il capo d’imputazione è fluido”. Questo significa che tutto potrebbe cambiare, per esempio, con l’aggiunta dell’occultamento di cadavere all’ipotesi accusatoria, o le possibili aggravanti della premeditazione e della crudeltà, tra cui la seconda meno probabile. Un’altra possibilità è rappresentata da eventuali istanze presentate dal legale, come la richiesta degli arresti domiciliari o la perizia psichiatrica.
Sull’ipotesi di premeditazione potrebbero avere un peso i riscontri delle analisi dei Ris di Parma: gli investigatori infatti lavoreranno sulle tracce di sangue sul luogo della presunta prima aggressione, ovvero un parcheggio di Vigonovo nei pressi della casa
di Giulia Cecchettin. E quindi la possibilità che ci siano state due distinte aggressioni, sebbene a pochi minuti l’una dall’altra, potrebbe rappresentare un cambio di prospettiva importantissimo per il quadro accusatorio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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